Mobilità sostenibile e tutela dell’ambiente: non solo auto elettrica o e-fuel, ma anche tante possibilità per rendere più sostenibile il settore produttivo e la riparazione dei veicoli.
Se la via per una mobilità sostenibile passa dall’uso di alimentazioni alternative, è altrettanto vero che la sostenibilità riguarda tutta la filiera automotive: da chi produce auto e componenti a chi ripara i veicoli.
Questo il tema del primo di una serie di incontri organizzato da Autopromotec per confrontarsi su temi caldi che coinvolgono il settore automotive e l’aftermarket.
Il titolo dell’incontro che si è svolto lo scorso mercoledì 25 settembre era infatti “Zero emissioni e infinite soluzioni. È possibile essere competitivi e sostenibili? Invisibile! La sostenibilità che non ti aspetti nell’auto”.
In questo primo appuntamento si è dunque affrontato il tema della mobilità sostenibile andando oltre il dibattito sull’elettrificazione ed esplorando come l'industria automobilistica si stia muovendo verso una produzione più sostenibile.
Si è parlato di energia, risparmio delle risorse, rigenerazione, circolarità, fino all’ottimizzazione dei cicli produttivi; tutti esempi concreti di come l’attenzione vera per la sostenibilità stia trasformando l’industria automotive e l’aftermarket.
Tanti gli interventi che hanno caratterizzato questo primo appuntamento; i relatori, partendo da esempi concreti e reali, hanno illustrato come l'industria automotive stia già facendo passi avanti importanti verso la sostenibilità, dalla produzione dei componenti alla gestione del post-vendita.
Gianmarco Giorda, Direttore generale ANFIA, ha ricordato i numeri della cosiddetta “Impresa della sostenibilità”: i produttori di automobili in UE nel 2023, rispetto al 2005, hanno ridotto l'energia impiegata per la produzione del 15% per unità prodotta; hanno ridotto le emissioni di CO2 per unità prodotta di oltre la metà; hanno ridotto l’utilizzo di acqua per unità prodotta di circa la metà e hanno ridotto i composti organici volatili (VOC) per unità prodotta di oltre la metà (fonte: Acea). Inoltre, Giorda ha sottolineato come il 90% dei costi di produzione (e quindi del valore) di un veicolo elettrico deriva dai suoi componenti (fonte: Clepa), mentre il tasso di riciclaggio dell’acciaio nel settore automobilistico supera l’80% (perché questo metallo può essere riciclato indefinitamente senza perdere le sue proprietà meccaniche).
Il riciclo dell’acciaio richiede un dispendio energetico significativamente inferiore rispetto alla produzione di acciaio vergine, con una riduzione del consumo energetico fino al 75%. Questo si traduce in minori emissioni di CO2 e in una riduzione dell’impatto ambientale complessivo del settore industriale (fonte: ACI).
Dopo un inquadramento istituzionale del tema, sono state le imprese a raccontare il loro approccio e i loro risultati, nonché le strategie in attuazione.
Parlando di sostenibilità, si è fatto riferimento a due definizioni di economia circolare.
L’ONU, nel 1972, ha definito la sostenibilità come la condizione di uno sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente, senza compromettere la possibilità per le generazioni future di fare altrettanto con i propri.
La Ellen MacArthur Foundation, che ogni anno organizza il Circular Economy Summit, definisce l’economia circolare come “Un’economia pensata per potersi rigenerare da sola. Un sistema in cui tutte le attività, a partire dall’estrazione e dalla produzione, sono organizzate in modo che i rifiuti di qualcuno diventino risorse per qualcun altro”.
Matteo De Tomasi, Presidente e amministratore delegato Michelin Italiana, ha sottolineato come i pneumatici siano un ottimo esempio, quasi insospettabile perché poco conosciuto, di economia circolare e di sostenibilità. In Europa, grazie alle varie normative in vigore nei diversi paesi, quasi il 100% dei pneumatici a fine vita viene recuperato e destinato ad altri impieghi.
La tecnologia nell’ambito del trattamento dei pneumatici a fine vita si sta sviluppando rapidamente, consentendo di produrre nuovi materiali che possono essere utilizzati per diversi impieghi, tra i quali la fabbricazione di nuovi pneumatici.
Un esempio molto concreto è l’utilizzo del Carbon Black riciclato al posto del Carbon Black tradizionale di origine fossile nella produzione di pneumatici nuovi.
La tecnologia evolve più in fretta delle leggi e dei regolamenti che oggi limitano ancor l’utilizzo di materiali riciclati nei processi produttivi. Michelin è fiduciosa che nel prossimo futuro la percentuale di prodotti riciclati o provenienti da fonti rinnovabili utilizzabile nella fabbricazione di pneumatici nuovi possa aumentare rapidamente raggiungendo il 100%.
Gianluca Meschi, Amministratore delegato Washtec, ha ricordato come l’utilizzo delle risorse idriche sia un tema di crescente importanza in molti settori industriali, e l'autolavaggio automatico non fa eccezione.
Durante la Giornata mondiale dell’acqua del marzo scorso, la Commissione globale sull’economia dell’acqua ha pubblicato un nuovo report: entro la fine del decennio, a livello globale, la domanda di acqua dolce supererà del 40% la sua disponibilità. E sarà solo colpa dell’uomo.
Implementando i sistemi di riciclo, gli autolavaggi automatici possono ridurre il consumo di acqua fino al 85%, che vorrebbe dire utilizzare meno acqua fresca di una lavatrice o di una doccia di 5 minuti.
Il riciclo dell'acqua negli autolavaggi automatici rappresenta una strategia vincente sotto molteplici aspetti: riduce il consumo di una risorsa sempre più preziosa, diminuisce l'inquinamento, genera risparmi significativi sui costi operativi, e migliora l'immagine aziendale.
In un contesto in cui la sostenibilità sta diventando un imperativo etico e commerciale, investire nel riciclo dell'acqua è una scelta lungimirante per il futuro del settore degli autolavaggi.
Federica Bertoldi, Responsabile comunicazione LKQ RHIAG, ha ricordato come “Riparo, Riciclo, Riuso, Rigenero: 4 R da non dimenticare” siano piccoli gesti quotidiani da cui partire per costruire una strategia di sostenibilità che si muova lungo tre direttrici: sviluppo delle nostre persone, supporto alle comunità in cui operiamo e rispetto e salvaguardia dell’ambiente.
La sostenibilità non è solo una scelta etica, ma rappresenta un nuovo modello strategico per migliorare la competitività e il successo a lungo termine delle aziende.
Riparazione, ovvero ripristinare il corretto funzionamento di un veicolo e consentirgli di tornare in sicurezza su strada è già di per sé un’attività più sostenibile che comprare un’auto nuova.
Ma è proprio su attività di recupero, riuso e rigenerazione che l’approccio circolare è evidente ed è su questi modelli operativi che LKQ ha fondato la sua identità di impresa quando 25 anni fa ha avviato la sua attività come dismantler e recycling.
Massimo Greggio, Amministratore delegato USI Italia, ci ha portato alla scoperta della verniciatura e di come si possa essere più sostenibili anche nel settore della carrozzeria.
Secondo i dati forniti da Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, tra gennaio e giugno in Italia la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili ha segnato un +27,3% rispetto allo stesso periodo del 2023. Più efficienza nella produttività, riduzione degli sprechi e ottimizzazione dell'uso delle risorse naturali significa anche un maggior contributo in termini di sostenibilità ambientale delle imprese.
Le fasi di verniciatura ed essicazione in forno sono energivore, perché la prima prevede il riscaldamento di aria a circa 25°C, e la seconda, l’essicazione, prevede di portare la temperatura fino ad 80°C: per ottimizzare l’efficienza dei consumi, è stato introdotto il controllo delle cabine di verniciatura con dei PC industriali in ambiente Windows. Da qui è stato sviluppato un software che oggi è talmente avanzato che può guidare in modo semplice e intuitivo il verniciatore nelle varie fasi suggerendo il miglior ciclo di lavoro in base al numero ed ai pezzi che deve lavorare e alla vernice che impiega, senza necessità di ulteriori fasi o lavorazioni.
È quindi intervenuto Marco Seimandi, vicepresidente Westport Fuel Systems Italia, che ha portato all’attenzione del pubblico le soluzioni già disponibili o di facile implementazione per alimentare le automobili dotate di motori a combustione interna, con carburanti “diversamente sostenibili”, in primis i bio-carburanti gassosi ma più in generale qualunque altra forma di bio-carburante.
A chiudere l’appuntamento è intervenuto Renzo Servadei, Amministratore delegato Autopromotec, che ha invitato i presenti “a guardare oltre la superficie, con una prospettiva diversa, che non sottovaluti l'impatto nascosto della produzione e allo stesso tempo valorizzi la riparazione.
Mantenendo e riparando il nostro attuale veicolo, possiamo esercitare una forma di sostenibilità spesso trascurata.
L'utilizzo di materiali rigenerati e tecniche di riparazione per minimizzare gli sprechi riduce l'impatto ambientale. Questo è particolarmente vero quando si considera l'intero ciclo di vita di un veicolo. La strada verso una vera sostenibilità non passa solo attraverso l'acquisto di nuove tecnologie, ma nel massimizzare l'uso di ciò che già possediamo”.
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