Il terzo appuntamento di Autopromotec Talks è stata l’occasione per un momento di approfondimento che ha permesso di esplorare il ruolo strategico del Made in Italy nel settore della componentistica e del post-vendita automotive.
Questo terzo appuntamento organizzato da Autopromotec, la rassegna delle attrezzature e dell’aftermarket automobilistico che si svolgerà dal 20 al 24 maggio 2025 a Bologna, ha evidenziato come il Made in Italy rappresenti un patrimonio da tutelare e valorizzare.
Grazie al contributo delle istituzioni e delle imprese, l’Italia si conferma un modello di eccellenza industriale nel panorama globale, pronta ad affrontare le sfide della transizione tecnologica e dell’internazionalizzazione.
L’incontro ha anticipato i temi chiave della 30ª edizione di Autopromotec e Renzo Servadei, amministratore delegato di Autopromotec, ha evidenziato come la manifestazione, con i suoi 60 anni di storia, rappresenti una piattaforma unica per l’intero ecosistema dell’assistenza automobilistica: dai pneumatici ai ricambi, dalle attrezzature per officine al car service. Con oltre 1.200 espositori e più di 100.000 visitatori attesi, Autopromotec si conferma un pilastro dell’export italiano e dell’innovazione di settore.
La centralità del Made in Italy e l’internazionalizzazione sono stati al centro dell’intervento di Alessandra Pastorelli, capo ufficio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI).
“L’industria della componentistica italiana ha davanti a sé una strada impegnativa, ma anche ricca di opportunità, soprattutto all’estero” spiega Pastorelli, che ha sottolineato l’importanza di strumenti come la "Diplomazia della Crescita", ideata per supportare le imprese italiane attraverso iniziative integrate e campagne di promozione sui mercati emergenti, con particolare attenzione all’Asia, all’Africa e all’America Latina.
Andrea Mattiello, rappresentante di ICE-Agenzia per la Promozione all’Estero, ha presentato i progetti dedicati alla promozione internazionale del Made in Italy, evidenziando come il settore fieristico sia un volano fondamentale per la crescita delle imprese, con risultati tangibili: tra il 2012 e il 2019, le aziende partecipanti a fiere hanno registrato un aumento del fatturato del 5,4%.
I numeri del settore parlano chiaro: come riportato da Gianmarco Giorda, direttore generale di ANFIA, la filiera della componentistica rappresenta circa il 75% del valore di una vettura, con un surplus commerciale italiano che supera i 5 miliardi di euro. Tuttavia, le sfide della transizione industriale richiedono politiche incisive per sostenere competitività, innovazione e occupazione.
Dopo l’inquadramento offerto dal Ministero e da chi rappresenta il settore, la parola è andata alle imprese che hanno raccontato il loro essere Made in Italy di successo. Di seguito una sintesi degli interventi.
Luciano Palmitessa, CEO di Unigom, ha evidenziato il ruolo strategico dell'Independent Aftermarket (IAM), un comparto resiliente che genera oltre 10 miliardi di euro di fatturato e contribuisce per lo 0,5% al PIL italiano.
“Il settore della componentistica italiana – spiega Palmitessa - si trova sotto pressione a causa della concorrenza straniera; tuttavia, alcune aziende come UNIGOM hanno scelto di investire nella produzione locale, promuovendo l’innovazione e la qualità distintiva del Made in Italy. Grazie a questo approccio, garantiscono che i loro prodotti offrano durata e affidabilità, sicurezza per i clienti finali e prestazioni superiori, apprezzate dai professionisti del settore.
Difendere il Made in Italy non è solo una scelta strategica, ma un impegno verso il futuro dell’industria italiana, che continua a distinguersi per eccellenza e innovazione”.
Cinzia Motta, responsabile commerciale di OMCN, ha illustrato come il settore dei ponti sollevatori rappresenti un’eccellenza del Made in Italy, con standard di sicurezza all’avanguardia grazie alla normativa europea EN1493.
“Il valore del Made in Italy – sottolinea Motta - risiede nella qualità dei processi produttivi: dalla progettazione, che coinvolge ingegneri, programmatori e designer, all’utilizzo di tecnologie innovative e materiali sostenibili, fino alla tutela dell’ambiente e dei diritti sociali. Produrre in Italia significa rispettare standard elevati di impatto ambientale e sociale, garantendo una filiera responsabile”. “Difendere le PMI italiane significa proteggere non solo la qualità del prodotto, ma anche l’intero sistema di sicurezza e sostenibilità, che rende il Made in Italy un modello unico al mondo”, conclude Motta.
Marco Costamagna, presidente di Federlavaggi, ha sottolineato i progressi degli autolavaggi italiani sul fronte ESG, grazie a innovazioni sostenibili come i sistemi di riciclo dell’acqua e le tecnologie Industria 4.0.
“Questa combinazione di tradizione e innovazione consolida il ruolo degli autolavaggi italiani come un simbolo di qualità, competitività e rispetto ambientale nel panorama internazionale – evidenzia Costamagna -. Federlavaggi rappresenta le eccellenze industriali del comparto autolavaggi, valorizzando il Made in Italy attraverso innovazione, sostenibilità e tecnologie brevettate. Forte di oltre 150 brevetti che proteggono soluzioni all'avanguardia, dalle spazzole ai sistemi di riciclo dell'acqua, il settore italiano si distingue a livello globale, con un 50% del fatturato orientato all'export e una presenza crescente in Europa, Medio Oriente, Africa e Far East”.
Antonio Cirillo, responsabile commerciale e marketing di Kimicar, ha raccontato come l’industria italiana dei prodotti chimici per la cura dei veicoli si distingua per qualità, sostenibilità e leadership normativa.
Con il più alto numero di operatori in Europa – circa 20 aziende produttrici contro le sei della Germania, nonostante una popolazione maggiore – l’Italia si distingue per un tessuto industriale quasi interamente nazionale, con il 95% delle aziende di proprietà italiana.
“I prodotti italiani si distinguono per l’ottimo rapporto qualità/prezzo, la maggiore concentrazione chimica nel prodotto rispetto alla percentuale di acqua, la sostenibilità e il rispetto delle normative ambientali, elementi che li rendono competitivi rispetto ai concorrenti europei. Il Made in Italy per il settore del car care – sottolinea Cirillo - non è solo un’etichetta, ma un vero valore aggiunto. All’estero, la bandiera italiana e la dicitura Made in Italy sono sinonimi di qualità e affidabilità – conclude Cirillo – ma non è solo un simbolo, è il risultato di un sistema industriale che unisce tradizione e innovazione per offrire al mondo prodotti di eccellenza”.
Gianni Menghini, presidente di Meclube, ha esaltato il Made in Italy come simbolo di qualità e innovazione, unendo tradizione e nuove tecnologie per offrire soluzioni d’eccellenza nel settore della lubrificazione.
“Acquistare un prodotto italiano – spiega Menghini - significa scegliere non solo qualità e affidabilità, ma anche sostenere una filiera produttiva che valorizza il lavoro locale, dall’ideazione alla vendita. Ogni prodotto è il risultato di una cultura tramandata di generazione in generazione, dove l’attenzione ai dettagli e la cura per ‘le cose belle e ben fatte’ sono pilastri fondamentali. Le aziende italiane, specialmente nel settore della componentistica e delle attrezzature, non offrono solo prodotti, ma soluzioni tecnologiche innovative che rispecchiano la flessibilità e la creatività del nostro Paese. La forza del Made in Italy risiede nella sua capacità di coniugare tradizione e innovazione, trasformando ogni sfida in opportunità” conclude Menghini.
Francesca Paoli, CEO di Dino Paoli Srl, ha presentato la storia di successo dell’azienda reggiana, leader nella produzione di avvitatori per il motorsport e pioniera nell’introduzione di soluzioni sostenibili come gli avvitatori elettrici.
Un impegno collettivo per il Made in Italy
L’incontro ha ribadito come il Made in Italy rappresenti un patrimonio da tutelare e valorizzare. Grazie al contributo delle istituzioni e delle imprese, l’Italia si conferma un modello di eccellenza industriale nel panorama globale, pronta ad affrontare le sfide della transizione tecnologica e dell’internazionalizzazione.Il Made in Italy non è solo un marchio, ma un sinonimo di qualità, innovazione e sostenibilità, come dimostrano i successi delle aziende italiane nel mercato globale. Il settore continua a distinguersi per la capacità di coniugare tradizione e avanguardia, confermando il suo ruolo di ambasciatore d’eccellenza dell’industria nazionale.