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Abbiamo partecipato all’incontro “I AM WOMAN in the aftermarket” organizzato da LKQ RHIAG, prima azienda del nostro settore a ottenere la Certificazione per la Parità di Genere UNI/PdR 125:2022.
A volte sembra scontato, molte altre volte si sottovalutano alcuni aspetti aziendali che possono, con il tempo, discriminare le risorse aziendali, penalizzando spesso le donne all’interno dell’organizzazione produttiva.
La certificazione che, per LKQ RHIAG, spiega Federica Bertoldi, Communications Director LKQ RHIAG, che ha moderato l’incontro, è il punto di partenza di un percorso più ampio e virtuoso, che ha permesso di consolidare procedure di assunzione e promozioni attraverso sistemi di valutazione delle competenze oggettive; non solo questo, ma anche corsi di formazione personalizzati per far crescere le competenze e dedicati anche allo sviluppo di un linguaggio inclusivo.
Così spiega Monica Forni, HR Director LKQ RHIAG, che ha portato l’azienda ad avere già oggi un ottimo equilibrio di cariche e di responsabilità fra i due generi. Anche per Marzia Castellani, Direttore Commerciale LKQ RHIAG e Presidente LKQ Women’s Network, le donne sono una importante risorsa per le aziende. Lo testimonia direttamente dopo le importanti esperienze internazionali fatte in Fiat, riscontrando che su questo argomento sono stati fatti importanti passi avanti, ma ancora non in tutte le funzioni e certamente non ancora uno standard condiviso nel settore dell’AM automobilistico.
Perché serve la parità di genere
Lo dicono anche i numeri della ricerca Korn Ferry Institute: un team lavora meglio se differente nelle esperienze e nel genere che lo compone, grazie a una maggiore fantasia e scambio di opinioni differenti, possibile solo se cambia il punto di vista dell’interlocutore.Così Ulrike Sauerwald, Responsabile del centro studi Valore D, come differenza e molto altro, invita tutte le aziende del nostro settore ad effettuare un autotest in forma anonima, dove, grazie ad alcune domande mirate, si riesce a capire il proprio posizionamento rispetto ai propri colleghi sul tema delle politiche della cultura della parità di genere.
L’incontro ha portato sul palco anche la testimonianza di alcune donne che hanno dovuto combattere per sconfiggere il pregiudizio verso lavori non considerati propriamente femminili, come il meccanico, l’addetta al magazzino o al banco di un ricambista, sino al pilota di rally. Da sconfiggere non è solo la diffidenza di un cliente uomo davanti a un meccanico donna, ma anche la difficoltà a convincere le numerose donne che avrebbero le caratteristiche idonee a partecipare alla selezione di lavori pregiudizialmente considerati maschili.
La strada, che è ancora lunga da percorrere, porta al centro dell’attenzione la donna il 25 novembre al Museo Alfa Romeo dei Fratelli Cozzi, dove Elisabetta Cozzi, Fondatrice e Presidente del Museo, spiega come la donna sia stata troppo spesso usata nel settore automobilistico impropriamente, e dell’esigenza di uscire dagli stereotipi che impregnano negativamente il settore, poiché Donne e Motori sono gioie e basta.
Per effettuare il questionario di parità di genere clicca qui.