Aftermarket: 30 miliardi spesi dagli automobilisti per le spese di manutenzione e riparazione. Una cifra in crescita (+2.7%), ma non è tutto oro quel che luccica.

Sono stati diffusi oggi dall'Osservatorio autopromotec i dati relativi alle spese di manutenzione dell'auto ssotenuti dagli automobilisti nel 2011: poco più di 30 miliardi di euro. Il dato, ancora non disponibile nel dettaglio delle singole voci di spesa, rappresenta un valore in crescita del 2,7%.

L'Osservatorio segnala come l'aumento delle spese sia dovuto a diversi fattori contingenti, in particolare al mancato svecchiamento del parco circolante: un parco auto più vecchio e più numeroso che in passato. Questo perché al calo delle immatricolazioni dello scorso anno è corrisposta una mancata sostituzione delle auto più datate.

Se questa sembra essere una buona notizia per il settore delle autoriparazioni, non va però dimenticato che la crisi ha inciso in maniera significativa anche sul rallentamento delle visite in officine per la manutenzione regolare. Si ritardano le mautenzioni programmate e si arriva in officina quando si è già al limite del fermo macchina o addirittura al guasto.

D'altrocanto, se l'età media delle vetture che passano dal mercato delle reti ufficiali a quello delle indipendenti può essere cstimato attorno ai cinque anni, stiamo comunque parlando di auto già dotate di tecnologie sofisticate e tendenzialmente meno soggette a guasti meccanici e che dunque “durano” di più.

Infine, segnaliamo che gli interventi (più di riparazione che di manutenzione) sono tendenzialmente più costosi, vuoi per il costo dei ricambi vuoi per le ore a questi dedicate a causa della complessità degli interventi. Una situazione che il mercato aftermarket ha cercato di tenere sotto controllo, magari con promozioni relative ai “mini-tagliandi” di stagione o le promozioni sui prodotti promosse dalla filiera distributiva.

Ciò non toglie che i 30 miliardi spesi dagli automobilisti sono da ripartire su un numero di officine (OES e IAM) che si mantiene sempre alto e a fronte di un numero ridotto di interventi per ciascuno.

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