Tecnologia in via di sviluppo che sarà messa in pratica da un team di ricercatori della CMU (Carnegie Mello University) in Pennsylvania, in collaborazione con Intel: un processore grafico seguirà le gocce di pioggia, a una a una, le elaborerà graficamente ad altissima velocità e restituirà all’occhio del conducente l’immagine “pulita” dalle gocce
“Vecchia” pioggia, addio. E, con essa (seppure in modo virtuale), saluteremo per sempre anche il fastidioso riflesso dei fari nelle gocce d’acqua, con indubbi benefici per la vista degli automobilisti. E’ quanto promette – ma siamo ancora all’inizio di questa tecnologia che si annuncia come rivoluzionaria – un team di ricercatori della CMU (Carnegie Mellon University), che nei giorni scorsi ha comunicato il “via” a un programma di… ripulitura dell’effetto pioggia dal fascio luminoso dei fari. Un progetto, avviato in collaborazione con Intel, che avrà l’obiettivo di nascondere visivamente la pioggia per i conducenti.Si tratta, in estrema sintesi, di un procedimento di illusione ottica, che si attiverà grazie all’impiego di un proiettore, da collocare all’interno del faro, che avrà la funzione di ripresa delle condizioni della strada e di “interpretazione” del punto di caduta delle gocce, e che invierà al conducente dell’autoveicolo una immagine digitale ripulita dalla pioggia. Un processo simile in tutto e per tutto a un programma di manipolazione grafica.
Il “cuore” di questo progetto consiste in un processore grafico, che “cattura” ciascuna goccia di pioggia, ne individua la traiettoria e, dopo un’accelerazione di 13 millisecondi del suo percorso, mostra al pilota (che, in virtù della velocissima elaborazione, impercettibile all’occhio umano, non si accorgerà di nulla) una visione senza gocce.
Questa tecnologia, avvertono i ricercatori della CMU, è soltanto all’inizio; il programma di rifinitura, infatti, richiederà una decina d’anni di ricerca. Secondo i piani, le prime applicazioni dovrebbero avvenire per il 2023.
Ci si domanda, a questo proposito, se la futura tecnologia “Invisible rain” non possa costituire un potenziale pericolo, perché potrebbe portare i conducenti a interpretare in maniera errata gli impliciti avvisi di prudenza che tutti gli automobilisti si autoimpongono nella guida sotto la pioggia. Va però considerato che, da oggi alla futura possibile applicazione di questa tecnologia, corre un arco di 10 anni: è possibile che lo sviluppo dei sistemi di sicurezza attiva, soprattutto riguardo ai dispositivi di controllo trazione, sterzata e frenatura automatica, andrà di pari passo con una più ampia diffusione dei sistemi di controllo elettronico dell’assetto e con nuove evoluzioni nella mescola degli pneumatici. Quanto basterà non tanto a “correre” indisturbati in condizioni di pioggia (l’assoluta sicurezza, in questo caso, oltre ad essere colpevole imprudenza, mancherà ancora per un bel pezzo), quanto ad affrontare questa guida a velocità moderata in tutta sicurezza e senza i fastidiosi riflessi dei fari nelle gocce.