Se sono sgonfi hanno vita “breve” e si incorre anche in una multa salata. Questo in buona sostanza il messaggio lanciato da Federpneus, l’associazione nazionale dei rivenditori specialisti di pneumatici.
L’avviso è per gli automobilisti, ma anche per chi si occupa del service gomma: i controlli, lo stabilisce la legge n.122/1992, devono essere eseguiti da professionisti iscritti all’apposito registro, e per il cosiddetto “fai da te” sono previste multe da 51 a 258 euro. Le norme prevedono eccezioni solo per gli “interventi di ordinaria e minuta manutenzione e riparazione”.
D’altronde, un pneumatico non usurato e ben gonfio contribuisce alla sicurezza di guida e alla riduzione dei consumi (fino al 15%) e delle emissioni, così come alla durata stessa del pneumatico. Eclatanti, in questo senso, i dati resi noti da una società britannica di management, Ari Fleet UK, che gestisce 55.000 veicoli nel Regno Unito: se i pneumatici sono gonfiati all’80% della pressione consigliata la loro vita utile si riduce di un quarto. In particolare, i dati di Ari Fleet UK evidenziano che nel 2012 nelle flotte Ari Fleet UK quasi il 25% delle sostituzioni di pneumatici si è resa necessaria a causa di comportamenti scorretti di guida e a mancati controlli, che hanno determinato danni ai fianchi dei pneumatici, un consumo irregolare ed eccessivo del battistrada, un allineamento scorretto e altri tipi di danni.
Si tratta di considerazioni valide anche per il mercato italiano e rappresentano un motivo di più per tenere sotto controllo lo stato del pneumatico e la pressione di gonfiaggio. Un elemento a cui diventerà presto più sensibile anche l’automobilista, grazie all’obbligatorietà sulle nuove vetture dei sensori per il rilevamento della pressione dei pneumatici (TPMS) ora più facilmente controllabile.
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