Bella soddisfazione per UFI Filters comparire lo scorso 24 giugno sulle pagine del Corriere della Sera, con un’intervista a Giorgio Girondi, capo del gruppo con 17 stabilimenti nel mondo. Nell’articolo intitolato

“UFI Filters vola su Marte per atterrare in borsa”, Girondi parla della storia dell’azienda e del suo divenire. Come si legge, UFI Filters produce filtri per ogni applicazione: auto, moto, carri armati, navi, aerei, missili, sonde spaziali (come quelle del programma ExoMars che partiranno verso il pianeta freddo nel 2016). La “multinazionale tascabile”, così Girondi definisce la sua azienda, conta 17 stabilimenti, 333 milioni di fatturato (80% estero), 3.000 dipendenti. Sono in fase di realizzazione addirittura sistemi di filtraggio per l’analisi del DNA umano. Molta fortuna è arrivata battendo il Sud Est asiatico, che nel 1982 costituiva un bacino da 1,5 milioni di auto, oggi 22 milioni. Attualmente UFI Filters sta riorganizzando la filiera produttiva. L’Italia (450 dipendenti) è una base fondamentale per l’innovazione di prodotto. Ora si guarda all’Est Europeo perché lì stanno andando le case auto. L’obiettivo è 500 milioni di euro di fatturato per il 2016. L’ambizione è invece la Borsa. Girondi ha già pensato quando debuttare: 

il 17 luglio 2017, giorno del suo 62esimo compleanno. 

Lo proporrà al consiglio e, vista la storia di UFI Filters, la meta probabilmente sarà il listino di Hong Kong.  

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