News | 01 October 2013 | Autore: Redazione GS

Il fallimento del superbollo auto...

140 milioni di euro persi dal fisco in un anno. In una lettera al Ministero dell'Economia e delle Finanze, le Associazioni della filiera dell'auto illustrano le cifre del fallimento della sovrattassa e ne chiedono l'abolizione. 

"Abolire la dannosa sovrattassa sul bollo auto, nata nel 2011 per portare nelle casse dello Stato 168 milioni di euro, che ha prodotto una serie di effetti che stanno penalizzando l'Erario, il mercato dell'auto e il suo indotto". 

Questa è la richiesta espressa al Ministero dell'Economia e delle Finanze in una lettera congiunta firmata dalle principali associazioni della filiera auto: ANFIA (produttori italiani), ANIASA (autonoleggio), Assilea (leasing), Federauto (concessionarie), Unasca (agenzie), UNRAE (costruttori esteri). 

L'addizionale erariale sul bollo era stata introdotta nel luglio 2011 con un importo pari a 10 euro per ogni kW di potenza del veicolo superiore a 225 kW, con effetto retroattivo su tutto il 2011 e su tutto il circolante. Successivamente, dal 1° gennaio 2012, la sovrattassa è stata portata a 20 euro/kW ed estesa alle vetture con potenza superiore a 185 kW.

Le associazioni evidenziano che la misura avrebbe dovuto portare alle casse dello Stato 168 milioni di euro, ma non è andata così. Nel solo 2012 invece si è determinata una perdita complessiva, tra minori entrate fiscali e mancato introito di circa 140 milioni di euro, così suddivisa: per lo Stato 93 milioni di euro di gettito IVA e 13 milioni di euro di superbollo; per le Regioni 19,8 milioni di mancato pagamento del bollo; per le province 5,2 milioni di euro di mancata IPT e circa 9 milioni di euro di addizionale su RCA. 

A causare questo danno per l'Erario sono una serie di fenomeni imprevisti innescati dal provvedimento stesso, come:

- riduzione delle nuove immatricolazioni di vetture con potenza eccedente 185 kW: -35% nel 2012 contro il -19,8% del mercato auto nel suo complesso:
- proliferazione, nel nord, di "falsi leasing" di auto con targa tedesca (o ceca) date in noleggio da soggetti commerciali e utilizzate da clienti italiani (con mancato versamento dell'IVA, del bollo, del superbollo, dell'IPT, delle multe, dell'addizionale provinciale sull'RCA, oltre all'impossibilità di porre sotto sequestro le automobili immatricolate all'estero, la possibilità di sfuggire al redditometro, le difficoltà di effettuare i controlli su strada e individuare le responsabilità in caso d'incidenti); a questo si aggiunge il fenomeno della esterovestizione di veicoli, radiati per esportazione in Paesi UE, ma che continuano a circolare su territorio nazionale con targa tedesca, austriaca, bulgara o romena con le conseguenze sopra indicate;
- boom di radiazioni per esportazione sia di auto di nuova immatricolazione, poi radiate e reimmatricolate con targa estera, sia di auto usate, che non produrranno più gettito per il paese a partire dal secondo anno. Per queste ultime, la tendenza è confermata dai dati di esportazione, che mostrano, nel 2012, volumi più che raddoppiati per le auto sopra 185 kW (da circa 13.000 unità nel 2011 a quasi 29.000, +115%);
- crollo dei passaggi di proprietà relativi ad auto sopra 185 kW, ridotti del 37% nel 2012 rispetto ai volumi del 2011. 

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