Al convegno "Il mercato dell'auto oltre la metà del guado"' che si è svolto a Roma, organizzato dal Centro Studi Promotor, è stato detto chiaramente che per superare la situazione attuale occorre porre termine alla campagna di demonizzazione dell'auto.
L'auto resta una soluzione fondamentale per la mobilità nel Belpaese, tanto più se si considera la forte arretratezza italiana per ciò che riguarda la dotazione di infrastrutture necessarie per la mobilità alternativa. Infatti secondo Legambiente, fatta 100 la media UE, l'italica dotazione di metropolitane è pari a 39,6, quella di treni pendolari è pari a 45,8 e quella di treni ad alta velocità è pari a 61,2.
L'andamento del mercato automobilistico è uno degli indicatori più importanti dello stato di salute dell'economia. Anche per questo è importante capire se, dopo anni di cali, si può oggi dire che la ripresa sta per iniziare.
La crisi del settore auto - secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor - dipende principalmente dal quadro economico generale. Oggi però vi sono elementi che fanno ritenere possibile un'inversione di tendenza. Per far sì che l'inversione di tendenza si trasformi in vera ripresa occorre che riparta l'economia e bisogna intervenire sui fattori di freno specifici che bloccano il settore".
"La parola chiave - ha sostenuto Thanai Bernardini di Brembo - è innovazione tecnologica. Su questo noi puntiamo moltissimo, sperimentando soluzioni nelle competizioni sportive per poi proporle sui veicoli di serie".
Un altro tema oggetto della discussione è stato il rapporto tra giovani e auto. "I giovani - ha sostenuto Santo Ficili, responsabile del mercato Italia di Fiat Automobiles - continuano ad amare le auto. Questo anche perché i prodotti che sono oggi sul mercato sono di altissimo livello tecnologico, a tutto beneficio dei clienti".
"E' bene dire chiaramente - ha infine dichiarato Massimo Nordio, direttore generale e amministratore delegato di Volkswagen Group Italia - che l'industria dell'auto è un asset strategico per il nostro Paese, non solo dal punto di vista della produzione, ma anche perché include settori importantissimi, come quello della componentistica e quello della distribuzione, che insieme occupano migliaia di addetti. Tornando al rapporto tra giovani e auto c'è da mettere in evidenza che siamo in una fase di cambiamento, anche se molto lento. Certo i problemi strutturali della nostra economia (disoccupazione, cuneo fiscale, ecc.) non aiutano i giovani che si avvicinano al mondo dell'auto. Sta ai costruttori aiutarli, trovando soluzioni innovative, sia dal punto di vista del prodotto che da quello delle modalità con cui questo viene offerto".
Nel convegno è emersa una grande cautela sull'inizio della ripresa, ma, come detto da Gian Primo Quagliano in conclusione dei lavori, "nel nostro paese continua ad esservi comunque una domanda di mobilità da soddisfare con l'auto, domanda che spinge le case automobilistiche verso una massiccia innovazione tecnologica che sarà un patrimonio importante per il dopo crisi. Per uscire da questo momento negativo è fondamentale l'azione del Governo per dare nuovamente ai consumatori le risorse perché continuino a consumare".