Business o reale utilità? I sempre più sofisticati sistemi multimediali di bordo prospettano scenari interessanti e inediti fino a poco tempo fa. Come saranno utilizzate dalle Case auto le informazioni personali degli automobilisti, alle prese con dispositivi che permettono di connettersi con il resto del mondo anche in auto?
Sistemi infotainment sempre più sofisticati, gestiti anche attraverso lo smartphone. Non è il futuro, ma da tempo è realtà. La realtà delle attuali tecnologie di bordo, sempre meno affidate… al singolo (relativamente al controllo dei sistemi di guida), che si sente – e lo è – sempre meno isolato dal mondo. Come dire: una volta chiusa la porta della propria auto, non si è più da soli. O meglio: finora non lo si è del tutto; ma entro pochi anni si vivrà costantemente connessi. Anche in auto.Diverse Case ci stanno arrivando, come Opel, che negli ultimi tempi punta sempre di più sulle nuove tecnologie multimediali, tanto che i suoi dirigenti hanno annunciato in questi giorni che fra i principali atout del marchio di Russelsheim, per l’immediato futuro, c’è la progressiva connessione di tutti i suoi modelli verso il mondo esterno. Opel ci arriverà completamente nel 2015 (domani, dunque), attraverso una connessione 4G.
Il new deal multimediale, in effetti, rappresenta anche qualcosa in più rispetto a una serie di utilities per il conducente o per il meccanico (ricordiamo, per restare in tema di filiera automotive, che da tempo sono sempre di più le aziende che offrono ai professionisti dell’autoriparazione – ricambisti, officine – le App da scaricare che contengono cataloghi aftermarket sempre aggiornati, listini, persino tutorial di installazione componenti: dunque, la multimedialità in questi casi torna utile per l’automobilista e per l’autoriparatore). Si tratta della gestione delle informazioni personali del profilo del conducente, che le Case auto potranno utilizzare come veicolo promozionale.
Che questo sia discutibile (il diritto alla riservatezza dove lo mettiamo?) è un dato di fatto: il rischio è di… dover attivare i comandi di gestione privacy, come si fa con il Pc, una volta saliti in auto (per la serie: prima di partire, allacciare la cintura, avviare il motore… verificare le proprie impostazioni della privacy: un po’ come si fa con Facebook). Saremo dunque tutti spiati da un “Grande Fratello”, anche in auto?
Secondo gli stessi dirigenti Opel, le informazioni personali dell’automobilista – utente potranno essere sfruttate per inviare al cliente le offerte legate alla Casa auto, al modello in questione, ecc. Un’occasione di business, quindi? Forse sarà anche così, del resto, indicano a Russelsheim, se Facebook ha pagato 50 dollari a utente per WhatsApp e considerato tutto il tempo che si trascorre nella propria auto tutti i giorni e il numero di veicoli di nuova generazione che compongono il parco circolante, le premesse sono allettanti.
Anche in Ford sembrerebbero pensarla allo stesso modo: grazie ai propri sistemi esclusivi infotainment e di connessione, a Dearborn annunciano di conoscere le abitudini di milioni di automobilisti “fedeli” all’Ovale Blu. E’ realtà, o una provocazione… o una minaccia (l’amministratore delegato di Ford, Alan Mulally, si è affrettato a smentire questa considerazione)?
Un annuncio più pragmatico arriva da Volkswagen: a Wolfsburg, i tecnici vedono di buon occhio la condivisione dei dati personali, ma soltanto se questi possono servire a costruire situazioni stradali sempre più sicure. Come dire, niente “Grande Fratello” che ti spia qualsiasi cosa tu faccia, e utilizzerà i tuoi dati per cose meno utili.
La rivoluzione multimediale “dell’automobilismo 2.0” è iniziata: per i prossimi anni, si prospettano scenari interessanti.
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