News | 31 July 2014 | Autore: Francesco Giorgi

Autoveicoli: il prelievo fiscale in Italia è cresciuto del 6,3% in cinque anni. Lo indica ANFIA
Il prelievo fiscale che ha pesato sulla filiera automotive italiana nel 2013 è di 70,5 miliardi di euro, con una crescita del 6,3% negli ultimi 5 anni, mentre il calo del mercato autoveicoli nuovi è del 39,8%. Lo indica ANFIA in un documento che viene reso noto in questi giorni. Più nel dettaglio, anche se il totale delle entrate tributarie nazionali rispetto al 2012 è cresciuto dello 0,6% (per via del +1,9% fatto registrare dalle imposte dirette e dal segno “meno” delle imposte indirette basate sui consumi) il gettito proveniente dall’automotive è diminuito del 2,7%; la quota percentuale sul gettito complessivo calcolato secondo il criterio di cassa, in ogni caso, non è distante dai valori percentuali 2012: 16,5% contro 17%.

“Facendo un confronto sugli ultimi 5 anni, il gettito proveniente dal settore automotive è cresciuto del 6,3% tra 2009 e 2013, con una quota percentuale sul gettito complessivo passata dal 16% al 16,5%, dopo il picco del 17% nel 2012 – indica Roberto Vavassori, presidente di ANFIA - E’ significativo notare che, nello stesso periodo, il gettito IPT e IVA derivante dall’acquisto degli autoveicoli è calato del 30,2% a causa del forte ridimensionamento dei volumi di nuove immatricolazioni (-39,8%), mentre, al contrario, il gettito derivante da possesso (bollo auto) e utilizzo dei mezzi, è cresciuto rispettivamente del 4,6% e del 13,2%. Nel 2013, la percentuale del gettito fiscale derivante dal comparto sul PIL sale al 4,5% (era 4,4% nel 2012), mantenendo il primato tra i maggiori Paesi europei, visto che la media è del 3,2%”.

“A fronte della perdita di capacità di spesa da parte degli italiani – prosegue il presidente ANFIA - si è risposto in questi anni con l’inasprimento delle imposizioni fiscali sull’auto, giunte a livelli tali da generare una profonda contrazione del mercato, con conseguenze gravi sia a livello industriale, sia sul parco circolante sempre più obsoleto, poco sicuro e inquinante. Dal confronto con gli altri 4 principali mercati europei (Francia, Germania, Regno Unito e Spagna), in base ai più recenti dati disponibili, l’incidenza del gettito fiscale della filiera automotive italiana sul PIL rimane la più elevata: 4,5% contro una media del 3,2%.Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica. E’ prioritario, per rilanciare la domanda di mobilità nel nostro Paese, invertire questa tendenza, con particolare attenzione alla spesa delle famiglie, ma anche alla competitività delle imprese. ANFIA lavora da tempo a questo obiettivo, con la presentazione di proprie proposte nell’ambito della Consulta Automotive e seguendo altre proposte di legge in materia che vadano nella direzione di una fiscalità automotive più equa. Si pensi, ad esempio, alla riduzione – introdotta in pochi mesi, prima con la “Legge Fornero” e poi con la “Legge di Stabilità 2013”- della deducibilità delle auto aziendali dal 40% al 20%, mentre in ambito UE arriva fino al 100%. Senza un opportuno intervento di armonizzazione, l’incidenza delle auto aziendali sul mercato italiano continuerà a restare molto più bassa che in Francia, Germania, Regno Unito e Spagna. E’ paradossale, inoltre, che alcune misure, come il superbollo, abbiano contribuito a deprimere un mercato già in difficoltà, generando effetti collaterali di elusione della misura stessa. La sua abolizione consentirebbe una ripresa dei volumi di vendita, di attività e di occupazione per il segmento auto interessato, con un probabile contagio positivo sugli altri segmenti di mercato e un incremento del gettito impositivo. Dal punto di vista industriale, questo favorirebbe lo sviluppo di una strategia nella produzione nazionale di prodotti del segmento, e uno sviluppo del mercato delle auto di alta cilindrata a basse emissioni. Sul fronte delle assicurazioni, infine, ricordiamo che la telematica assicurativa rappresenta una delle soluzioni per la riduzione del carico fiscale, e auspichiamo, quindi, che vengano rapidamente approvati i provvedimenti di attuazione derivanti dalle misure sulle liberalizzazioni varate nel 2012 (DDLL n. 1 e n. 179 del 2012) con riferimento al settore assicurativo. In chiusura, non dimentichiamo che il Codice della Strada stabilisce che almeno il 50% dei proventi delle multe incassate dagli enti locali venga utilizzato per migliorare la sicurezza, investendo il 25% nella manutenzione stradale, il 12,5% nella segnaletica e il 12,5% nei controlli sulle strade. Non esistendo, tuttavia, un sistema di verifica di questi investimenti, che gli enti locali dovrebbero mettere annualmente a bilancio, lo sforzo dei produttori per accrescere gli standard di sicurezza dei veicoli, e ridurre l’incidentalità e la mortalità sulle strade, viene spesso vanificato dalle condizioni delle infrastrutture stradali italiane, ancora al di sotto degli standard europei di sicurezza”.

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Tags: ANFIA prelievo fiscale

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