Le controllate locali di 14 grandi gruppi, tra cui anche Fiat, sono state multate dall'Antitrust indiano per aver “imposto prezzi arbitrari e distorto la concorrenza”.
Un ennesimo tentativo di cartello da parte delle case auto, scoperto e sanzionato dall'Antitrust a fine agosto, coinvolge questa volta il mercato indiano.Bmw, Ford, Fiat, Gm, Hindustan Motors, Mahindra & Mahindra, Maruti Suzuki, Mercedes-Benz, Nissan, Renault, Skoda, Tata Motors, Toyota e Volkswagen: questo l'elenco dei 14 produttori sanzionati dall'Antitrust indiano per aver distorto la concorrenza sul mercato dei ricambi.
Il totale della multa ammonta a 25,4 miliardi di rupie, un equivalente di 320 milioni di euro circa; l'ammenda più salata è stata imposta all'indiana Tata Motors (13,5 miliardi di rupie), mentre Honda ha il primato della multa più elevata a un brand estero (784 milioni di rupie). Per quanto riguarda Fiat, secondo la commissione, la casa auto italiana ha aumentato i prezzi dei componenti dal 19,9% al 4.817%.
"I costruttori hanno imposto prezzi elevati e arbitrari per i loro ricambi - ha affermato la commissione indiana sulla Concorrenza, che li accusa - di aver distorto la concorrenza" sfruttando la loro posizione dominante. L'aumento dei prezzi ha limitato il potenziale delle officine di riparazione indipendenti "a svantaggio dei consumatori, di chi offre i servizi e dei dealer - ha precisato l'Antitrust indiano, che definisce l'atteggiamento dei costruttori - tanto più deplorevole considerando che in Europa si sono impegnati ad andare incontro” ai clienti.