Lo evidenzia uno studio Eurobat: i bassi costi di produzione e l’elevata resa fanno della tecnologia “al piombo” un argomento del quale non si farà a meno ancora per un bel po’
Lo stoccaggio di energia per il funzionamento dell’autoveicolo resta a base di piombo. Almeno fino a quando la richiesta di accumulatori al litio, nickel e sodio non crescerà allo stesso livello della penetrazione sul mercato di nuove tecnologie di alimentazione (auto ibride, microibride – cioè equipaggiate con Start&Stop -, elettriche). E’ quanto mette in evidenza un recente studio condotto da Eurobat (l’Associazione europea che raggruppa le aziende di produzione accumulatori per autotrazione e industria).Il motivo? E’ presto detto: anche se la sostituzione di batterie al piombo con nuove tecnologie permette una maggiore efficienza generale dell’autoveicolo (unitamente a un “taglio” nelle emissioni di CO2), e prestazioni e costi ne beneficerebbero, d’altro canto va tenuto conto del fatto che questo passaggio di consegne fra il “tradizionale” piombo e i nuovi – e più eco friendly – metalli allo stato attuale risulta troppo oneroso: meglio, per il momento, lasciare le cose come stanno.
In effetti, indica il report di Eurobat, anche se al momento la tecnologia agli ioni di litio appare l’unica in grado di intaccare l’egemonia del piombo per gli accumulatori, appare ancora lontana una così ampia diffusione di veicoli elettrici e ibridi tale da pareggiare costi e ricavi da un maggiore sviluppo di quest’ultima tecnologia, pur se la domanda di batterie al litio, al nickel e al sodio è destinata ad aumentare. E’ chiaro tuttavia che per i bassi costi di produzione, unitamente all’elevata capacità di avviamento “a freddo”, le batterie al piombo restano in ogni caso le più utilizzate, e c’è da credere che lo saranno ancora per un bel po’.
Tuttavia, anche il “tradizionale” piombo non resta al palo: come ha riferito recentemente a Notiziario Motoristico il numero uno della Divisione Marketing di Fiamm Alessandro Lanari, dei principali sviluppi tecnologici nell’evoluzione del “prodotto batteria”, uno si muove verso l’equipaggiamento di veicoli a maggiore grado di ibridazione, mentre l’altro riguarda “La tecnologia a base piombo , con prodotti dedicati alle applicazioni microibride (AGM e AFB)”. Le aziende di produzione accumulatori attraversano in questo periodo una accurata fase di sviluppo.
Va detto, occorre aggiungere, che fra gli ostacoli principali alla diffusione delle auto elettriche il dito va puntato anche sulle batterie al litio, la cui capacità è tuttora limitata e i tempi di ricarica restano piuttosto lunghi. A questo proposito, l’Università di Tokyo ha sviluppato una innovativa tecnologia che aggiunge una piccola percentuale di cobalto all’ossido di litio impiegato per l’elettrodo positivo: uno stratagemma che riuscirebbe a garantire una densità pari a 2.570 Wh per kg: un valore di gran lunga superiore rispetto alle attuali tecnologie al litio.
Quanto al problema dello stoccaggio, al momento ci sono diversi studi indirizzati verso l’impiego di energia per eliminare il calore dai moderni accumulatori, come nel caso di Johnson Controls: in questi mesi, il Gruppo svolge insieme alla tedesca Fraunhofer Gesellschaft una ricerca in partnership per lo sviluppo di tecnologia di batterie automotive caratterizzate da una efficienza energetica e sistemi di raffreddamento ancora più sviluppati, attraverso nuove tecnologie e nuove strategie di gestione delle batterie agli ioni di litio.