News | 25 January 2011 | Autore: Francesco Giorgi

Oli motore e additivi: crescono i prezzi, ma i produttori investono sul tecnologia e nuove opportunità. L'esempio di Liqui Moly

Aumentano i prezzi delle materie prime; il prezzo degli oli base (che costituiscono una componente essenziale per la produzione degli oli motore) nel 2010 in alcuni casi è raddoppiato rispetto agli anni precedenti. La causa, secondo gli operatori, va vista nella crescente domanda dei mercati internazionali, nelle fluttuazioni dei cambi, nelle minori capacità di produzione dei fornitori (proprio a causa degli aumenti di prezzo delle materie prime), per via di un meccanismo che, se da una parte consente un controllo giornaliero sul costo delle materie prime, dall'altra impone che gli eventuali aumenti di prezzo possano essere trasferiti ai clienti solo in parte e in un secondo tempo. Ne consegue, per le aziende di produzione e vendita, un aumento nell'ordine di milioni di euro per i costi addizionali.

Tuttavia, alcuni produttori, dati alla mano, indicano che la domanda di oli motore esiste e continuerà ad aumentare. In parte, grazie ai Paesi emergenti (Cina e India su tutti), nei quali la domanda di mobilità aumenta in modo esponenziale.

E' il caso di Liqui Moly, che in questi giorni ha reso noto il proprio andamento del 2010. Per il consorzio di imprese tedesco con sede a Ulma, nella Germania meridionale, e specializzato nella produzione di oli motore e additivi (attualmente il catalogo del Gruppo comprende oltre 4 mila articoli), il 2010 si è chiuso in crescita: aumento del 24,1% del fatturato (circa 290 milioni di euro la cifra complessiva), incremento delle esportazioni (con l'arrivo di nuovi mercati quali il Ghana, la Nigeria, il Tagikistan, il Brunei, la Cambogia, il Vietnam e il Senegal) e la creazione di nuovi posti di lavoro.

L'anno scorso, infatti, il numero dei dipendenti del Gruppo Liqui Moly è salito di 38 unità, portando così a 500 il totale dei collaboratori.

Dai dati emersi nel consuntivo del 2010, è cresciuto il livello delle esportazioni, tanto che il 40% del fatturato del marchio Liqui Moly (pari a 72,6 milioni di euro, ovvero 17,6 milioni i più rispetto al 2009) ha interessato i mercati esteri, che oggi assommano a 90 Nazioni. Si può dire, anzi, che un litro su due di olio motore prodotto dalla Liqui Moly è destinato ai Paesi al di fuori della Germania.

Per arrivare a questi risultati, la Liqui Moly ha provveduto a una serie di investimenti: è stato, infatti, definito un programma di interventi per 20 – 25 milioni di euro finalizzato all'ampliamento delle linee di produzione di Saarlouis (la Liqui Moly produce esclusivamente in Germania) e, nel prossimo futuro, alla realizzazione di un terzo impianto, a Rostock, direttamente sul porto del Mar Baltico. Quest'ultimo insediamento, che comporterà la creazione di 150 nuovi posti di lavoro servirà quasi esclusivamente a coprire le esigenze legate alla esportazione: Cina, Giappone, Messico, Spagna, Paesi scandinavi e USA sono i mercati individuati dai vertici del Gruppo in grado di offrire le migliori opportunità. Nei prossimi cinque anni, inoltre, la Liqui Moly debutterà in Brasile, uno dei principali mercati emergenti a livello mondiale.

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