News | 28 October 2014 | Autore: Francesco Giorgi

Guida in inverno: cura e manutenzione della batteria. I consigli di Johnson Controls
La batteria è il “cuore” dell’auto. Lo era in passato, e lo è ancora, anzi in misura maggiore se si considerano tutte le attuali tecnologie elettroniche di bordo: dal sistema infotainment all’alimentazione microibrida (leggi Start&Stop). Per questo, con l’avvicinarsi dell’inverno, prendersi cura della batteria del proprio autoveicolo è un’operazione della massima importanza. Anche in questo caso, cambiano – evolvendosi – i metodi di controllo, ma l’obiettivo resta lo stesso: offrire all’automobilista la possibilità di contare su un accumulatore… a prova di freddo. E non ci stancheremo mai di raccomandare agli autoriparatori di dare sempre un’occhiata alle condizioni di carica delle batterie delle vetture in fermo officina: se “un tempo” uno dei metodi per il controllo della batteria era la misurazione della densità specifica dell’elettrolito in ogni cella dell’accumulatore mediante l’uso di un densimetro, oggi che le batterie sono sigillate l’unico modo di controllo è affidato all’esame delle caratteristiche elettriche della batteria, con l’impiego di un multimetro digitale, predisponendolo sulla scala di tensione DC e controllando la tensione direttamente attraverso i terminali della batteria. Occorrono pochi istanti per conoscere lo stato di carica della batteria.

 

Un invito alle officine: controllate sempre le batterie

Allo stesso modo, raccomandiamo alle officine di dare un’occhiata ai terminali delle batterie, e se è il caso pulirli con un panno antistatico (ultile a prevenire le scariche elettriche non volute provocate dai residui in contatto con i terminali stessi), come consigliano i tecnici Johnson Controls, azienda  specializzata – attraverso Johnson Controls Power Solutions – nello sviluppo e produzione di batterie al piombo acido per impieghi automotive e batterie a tecnologia avanzata per veicoli ibridimicroibridi (equipaggiati cioè con Start&Stop) ed elettrici.



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Le lunghe distanze sono salutari per la batteria

Un consiglio che il meccanico può dare ai suoi clienti è di utilizzare l’auto per lunghe distanze, ed evitare – per quanto possibile – i più brevi tragitti, che non sono sufficienti a garantire una completa ricarica della batteria; anzi, in questi casi aumenta il rischio che l’accumulatore si scarichi. Un inconveniente che può verificarsi in misura maggiore durante la stagione invernale, nella quale è più intenso l’impiego di strumenti di bordo che richiedono un grande quantitativo di energia, come riscaldamento dell’abitacolo, ventole e riscaldamento dei sedili.
 

In caso di emergenza, si può ricaricare la batteria
con i cavi. Ecco come

Purtroppo è sempre possibile restare “per la strada” con la batteria a terra: l’inconveniente che l’accumulatore pianti in asso l’automobilista è uno dei piccoli guasti più frequenti. In caso di emergenza, si può fare affidamento sulla classica ricarica della batteria con i cavi. E’ sufficiente rispettare alcune semplici regole, che Johnson Controls riassume in un piccolo vademecum per l’automobilista. Con entrambi i veicoli a motore spento, si collegano le due estremità del cavo rosso ai poli positivi delle due batterie (la funzionante e quella scarica); una estremità del cavo nero va collegata al polo negativo della batteria funzionante, e l’altra a un'area non verniciata nel vano motore del veicolo da avviare. Una volta assicuratisi che i cavi non passino in nessun punto vicino alla ventola o alla cinghia della ventola, si mette in moto il veicolo funzionante e successivamente l’auto con la batteria scarica (per evitare di scaricare la batteria funzionante). Il procedimento di rimozione dei cavi va effettuato in ordine inverso rispetto all’operazione di collegamento.

 

Fai – da – te: è divertente, ma attenzione!
Meglio affidarsi allo specialista

Le nuove tecnologie automotive possono far diventare impegnativa anche la sostituzione della batteria, che fino a pochi anni fa era un intervento elementare alla portata di chiunque. Sempre più spesso, ora, si richiede l’intervento dell’autoriparatore (meccanico o elettrauto), perché ad esempio in molti autoveicoli – avverte Johnson Controls - bisogna registrare la nuova batteria in un sistema dopo la sostituzione, e si può trattare di un processo complicato. Se il circuito elettrico fra la batteria e il sistema di computer del veicolo è rotto, si possono perdere i dati nelle unità di controllo del veicolo e nelle strutture di infotainment. È possibile che le componenti elettroniche debbano essere riprogrammate. Dunque, anche per la “semplice” sostituzione della batteria vengono richiesti strumenti specifici e competenza.

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Tags: accumulatori batteria johnson controls

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