Un’ecatombe di furti ai danni principalmente di Fiat 500 interessa in queste settimane alcune zone dell’Alto Milanese. Si tratta di profesisonisti del furto d’auto che ne se appropriano con strumenti elettronici particolarmente sofisticati e ne sottraggono airbag e cinture di sicurezza, alcune delle parti più costose, che vengono rivendute sottobanco a meccanici e carrozzieri. Indagini a tappeto e posti di blocco da parte di polizia e carabinieri. Finora un arresto
Si chiama “Jammer”, ed è uno strumento creato dalla necessità malsana di rubare le auto. E’ infatti in grado di bloccare il segnale satellitare lanciato dall’antifurto, e insieme a un apparecchio digitale che serve a clonare in pochi secondi la chiave d’avviamento di qualsiasi vettura è uno dei “compagni hi – tech” purtroppo usati dai “topi 2.0 di auto”, i ladri di ultima generazione che al grimaldello hanno sostituito l’elettronica. E sono due strumenti che automobilisti e officine che ancora non ne conoscessero l’esistenza faranno bene a tenere a mente: è attraverso questi apparecchi che i ladri di auto si appropriano delle vetture per lo più lasciate parcheggiate in strada. Ma non si tratta, secondo quanto compare in queste ore sul Web, di furti di vetture da utilizzare per atti criminosi, quanto di sottrazioni che hanno un obiettivo: spogliare le vetture dei componenti più costosi e lasciarle “seminude”, per essere poi ripescate dalle forze di polizia e restituite “mutilate” ai legittimi proprietari. Un “aggiornamento” nella tradizione di una delle tipologie di furto più compiute dalla seconda metà del 900: il furto di auto per recupero pezzi. Un tempo erano ruote (compresa, anzi fra le più gettonate, la ruota di scorta), sedili, volante. Adesso, parti della vettura ben più costose e, per questo, appetibili dal mercato nero che si avvale di professionisti del furto ben preparati e rivende a basso costo alle officine. Un business che, nella sua illegalità, “conviene” agli autoriparatori che pagano i componenti a una frazione del costo dal ricambista, e agli automobilisti che si vedono alleggerire di meno il portafoglio.Un caso di questo genere scuote in queste settimane alcune specifiche zone dell’Alto Milanese: i “soliti ignoti”, nelle zone intorno a Legnano, Parabiago, Cuggiono e Nerviano, si appropriano delle auto e ne rubano componenti ben specifici, nella fattispecie gli airbag e le cinture di sicurezza. Un’ecatombe di furti, a sentire carabinieri e polizia, che vede bersagliate più di tutte le Fiat 500, delle quali i professionisti del furto (di recente, indicano le cronache locali, è stato arrestato un minorenne originario della Romania ed esperto nelle tecniche più avanzate di furto d’auto) si appropriano con gli strumenti elettronici che abbiamo accennato in apertura. Clonano le chiavi, rendono inoffensivo l’antifurto, aprono le porte della vettura senza scassinarle, la portano in posti isolati e la spogliano delle parti più costose.
Negli ultimi mesi, le aree a nord di Milano sono state oggetto di un centinaio di furti: un fenomeno che, secondo le forze di polizia, si estende a macchia d’olio e di fronte alla quale – mette in evidenza Il Giorno – è già scattata la controffensiva da parte di polizia e carabinieri, con indagini a tappeto e posti di blocco. Finora, il risultato è che le carrozzerie della zona si trovano piene di Fiat 500 orbate di airbag e cinture di sicurezza, che vanno rimesse a posto.
Ci si domanda come mai i malviventi decidano di concentrare la propria attenzione proprio su Fiat 500. Il motivo è semplice, riferiscono i professionisti dell’autoriparazione (meccanici e carrozzieri): si tratta di uno dei modelli più venduti, e che spesso viene dato in mano agli automobilisti più giovani. Dunque, è facile che le Fiat 500 possano essere coinvolte in incidenti più e meno gravi, e che in ogni caso provocano lo scoppio dell’airbag e un’eccessiva tensione alle cinture di sicurezza tanto che se ne rende necessaria la sostituzione. Risultato: il danno da riparare è notevole. Come conseguenza, ecco il business sotterraneo messo in atto dai professionisti del furto d’auto: si fa incetta dei pezzi che devono essere sostituiti dopo ogni incidente, e li si rivende al mercato nero, “ovviamente” a basso costo. Tanto per fare un rapido calcolo, nella Fiat 500 l’intera dotazione di airbag e le cinture di sicurezza hanno un costo che si aggira sui 5.000 euro. Basta che i “soliti ignoti” rivendano i componenti trafugati a 2.000 euro alle officine, e il gioco è fatto. E’ chiaro che il meccanico o il carrozziere che hanno acquistato sottobanco questi pezzi, poi effettueranno l’intervento “in nero”, cioè senza scontrino, ricevuta fiscale né fattura.