La cifra qui esposta scoraggerebbe chiunque a continuare con l’utilizzo dell’auto per i propri spostamenti: tuttavia, tre lavoratori su quattro – o, se si preferisce, il 75% - continua ad usare il proprio veicolo a 4 ruote privato per raggiungere il posto di lavoro. Il motivo? E’ presto detto, sostiene Adoc: l’alternativa trasporto pubblico è ad oggi insufficiente, soprattutto nei grandi centri urbani. Il che, in estrema sintesi, si traduce in pochi e spesso inefficienti collegamenti sia all’interno delle città che verso l’esterno e gli hinterland; scarso o assente raccordo tra le varie tipologie di trasporto (ferro, gomma, mare); rapporto qualità-prezzo svantaggioso. Tanto per fare un paragone: a Curitiba (Brasile), che ha la stessa popolazione di Roma ma una densità di abitanti per km tre volte maggiore, il dato è opposto: il 75% della popolazione si muove con il trasporto pubblico. E a Berlino il servizio di rete metropolitana è attivo 24 ore su 24, in tutta Europa nelle Capitali ci sono almeno tre linee metropolitane in grado di connettere realmente ogni zona della città, dalla periferia al centro. Nella nostra Capitale ci sono solo 40 km di linea metropolitana, un sesto rispetto alla media delle grandi capitali europee. Mentre gli autobus sono 0,7 ogni mille abitanti. Inoltre ha il collegamento ferroviario verso l’aeroporto più caro d’Europa, dove in media il costo di un biglietto dal centro città in aeroporto su ferro costa 11,70 euro, circa il 20% in meno che a Roma.
Esistono delle soluzioni “immediate”, oltre a un auspicato miglioramento dei trasporti pubblici? Esistono, sostiene Adoc. Fra queste, l’Associazione invita a considerare il car sharing, che in alcune delle maggiori città inizia a rappresentare un’alternativa valida all’uso dell’automobile. Nell’ultimo anno, rileva l’indagine Adoc, si sono iscritti oltre 200.000 utenti, solo a Roma ogni settimana vengono effettuati 35.000 noleggi. Si calcola che ogni 10.000 km percorsi con il car sharing si risparmiano circa 2.000 euro in costi di gestione della propria automobile. Ma è e rimane un’alternativa, non la soluzione: secondo gli analisti Adoc, il car sharing raggiunge il suo picco di funzionalità quando è integrato in un sistema di trasporto pubblico efficace, efficiente e sostenibile. Se in una città permane una situazione di traffico insopportabile il car sharing ne risente, anche a livello di spesa per l’utente. Per realizzare l’optimum degli spostamenti, la ricetta Adoc indica che serve un nuovo trasporto pubblico, basato sul ferro, sull’incremento delle linee metropolitane e sulla creazione di hub regionali e nazionali di scambio, sullo sviluppo del car sharing e delle piste ciclabili, sulla pedonalizzazione di grandi aree, in particolare i centri storici, anche per restituire ai cittadini le zone ad alta densità culturale e artistica.