In estrema sintesi, le concessionarie Toyota e Lexus ritirano la “vecchia” batteria dell’auto ibrida e ne consegnano una nuova: in questo modo, il tasso di raccolta si attesta al 91%. Ma non basta: Toyota Motor Europe (che dal 2000 ha venduto circa 850.000 autovetture a tecnologia Full Hybrid) ha recentemente stabilito che questa percentuale deve arrivare, in tempi più brevi possibile, al 100%. Questo traguardo, indicano i vertici europei Toyota, dovrà avvenire non soltanto attraverso la propria rete di raccolta, ma anche con la collaborazione di operatori autorizzati nel trattamento dei veicoli a fine vita.
>> Per Toyota Motor Europe
Per questo, la filiale europea del colosso giapponese annuncia in questi giorni un ampio programma che estende gli accordi di riciclaggio delle batterie delle proprie auto ibride in vigore fino al 31 marzo 2018, e che ad oggi si concretizza su due accordi: con la francese SNAM (Societé Nouvelle d’Affinage des Métaux), da luglio 2011 incaricata del recupero e riciclaggio delle batterie al Nickel metal idruri (NiMH), usate a bordo di Toyota Prius, Auris Hybrid, Yaris Hybrid ed in tutti i modelli ibridi Lexus; e con la belga Umicore NV, che da agosto 2012 gestisce i processi di riciclo delle batterie agli ioni di litio impiegate a bordo di Toyota Prius Plug-In e Prius+.
In particolare, la strategia di Toyota Motor Europe è rivolta alla ricerca delle possibilità per la rigenerazone delle batterie al Nickel – metal idruri, per dare loro una seconda vita su impieghi automobilistici o come fonte di energia per postazioni stazionarie.
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