Lo smaltimento dei PFU (pneumatici fuori uso) vede l’Italia in un ruolo d’eccellenza a livello europeo. Lo rivelano i dati raccolti dal Comitato PFU in un rapporto relativo al sistema di gestione PFU  nei primi due anni di vita e resi noti in questi giorni in un incontro che, a Roma, ha visto la presenza del ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e del presidente dell’ACI Angelo Sticchi Damiani.

Nel dettaglio, il rapporto indica che le tonnellate di PFU raccolte in Italia nel 2014 sono state 19.453, il 15,9% in più rispetto al 2013, e la percentuale di pneumatici inviati al riciclo successivamente alla demolizione del veicolo è del 100%. Le operazioni di ritiro di PFU, effettuate nei 1.365 autodemolitori dai 29 operatori abilitati, sono state 3.231 (+19%). Dall’analisi dei dati in base al territorio, i livelli più elevati di raccolta si raggiungono nelle regioni più popolose e in quelle dove maggiore è la presenza di imprese di autodemolizione: Lombardia (2.575 tonnellate raccolte con un incremento del 15,4%), Campania (2.376 tonnellate, con quasi il 9% in più rispetto al 2013) e Lazio (2.341 con un aumento di ben il 56,5%, la variazione più alta in Italia). Si è registrato, inoltre, un decremento minimo (-5%) anche del costo medio per ritiro.

Esistono, è utile ricordarlo, soluzioni sviluppate ad hoc per aiutare le autodemolizioni alla gestione dei PFU: fra queste, da segnalare il servizio COBAT (presente, con 90 punti sul territorio formati da aziende  specializzate nella raccolta e nello stoccaggio di qualsiasi tipologia di rifiuto, da oltre 25 anni nel trattamento dei rifiuti automotive) dedicato ai demolitori, e che comprende anche la raccolta e il riciclo di batterie esauste e rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE). Un nuovo servizio, già accreditato presso i Centri di Coordinamento Pile e Accumulatori e RAEE – che ha ottenuto dal Comitato Aci l’autorizzazione a operare nella gestione degli pneumatici fuori uso provenienti da autodemolizione per l’anno 2015.

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