Questo il commento di Linda Beckmeyer, portavoce di Robert Bosch GmbH, dopo che il più grande fornitore indipendente al mondo di componenti per l'industria automobilistica ha accettato di dichiararsi colpevole e pagare una multa di 57,8 milioni di dollari per frode e manipolazione di gare d'appalto - come si legge nel comunicato del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti - e per aver fissato i prezzi e le offerte di candele, sensori di ossigeno e motorini di avviamento venduti ai produttori di automobili e di motori a combustione interna negli Stati Uniti e altrove.
Secondo l'accusa, depositata presso la Corte Distrettuale del Michigan, Bosch avrebbe, dal 2000 al 2011, ottenuto forniture irregolari di alcuni componenti vendute a costruttori come DaimlerChrysler, Ford, General Motors e Volkswagen.
Il patteggiamento sarà comunque soggetto ad approvazione del tribunale.
L'accusa contro Bosch è solo l'ultima emersa nel corso delle indagini per comportamenti anticoncorrenziali nel settore della componentistica auto. Bosch è la terza società con sede in Europa coinvolta in questa inchiesta: in tutto sono 34 le aziende che si sono già dichiarate colpevoli di dumping, accettando di pagare una somma complessiva di quasi 2,5 miliardi di dollari.
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