Questa, in buona sostanza, la cornice del debutto italiano della Toyota Mirai avvenuto a Genova il 5 giugno.
Il cuore della Mirai è il Toyota Fuel Cell System (Tfcs), un sistema che abbina la tecnologia delle celle a combustibile a quella Hybrid e include un nuovo pacco celle, il convertitore e nuovi serbatoi di idrogeno ad alta pressione. Il Tfcs risulta molto più efficiente rispetto ai tradizionali motori a combustione interna e non produce anidride carbonica né agenti inquinanti. Con i suoi 155 Cv, è in grado di far accelerare la Mirai da 0 a 100 km/h in meno di 10 secondi
“Debutto”, dicevamo, ma forse sarebbe più opportuno chiamare lo sbarco in Italia della Mirai una bella vetrina. L’Italia infatti risulta essere del tutto impreparata a supportare la commercializzazione di un mezzo del genere.
L'unica stazione di rifornimento attiva nel Paese è quella di Bolzano, dove nel giugno dell'anno scorso ha aperto un nuovo Centro Idrogeno grazie al progetto H2-Sudtirolo.
Esistono progetti per creare stazioni di rifornimento a idrogeno a Trento, Carpi e Verona, da completare entro la fine dell'anno prossimo, ma ciò non basta per stare al passo di Paesi come il Giappone, gli Usa e di Stati europei come Danimarca, Germania e Gran Bretagna nei quali a settembre prossimo la Mirai sbarcherà sul mercato.
"Il nostro obiettivo è convincere le istituzioni della necessità di creare e implementare una rete autostradale a idrogeno - ha detto Andrea Carlucci, ad di Toyota Motor Italia - ma per far questo, i nostri investimenti e il nostro lavoro non sono sufficienti. È necessario un impegno delle istituzioni per far sì che lo sviluppo e l'utilizzo di una risorsa energetica tanto importante diventi realtà. L'Italia si trova in una situazione penalizzante sia dal punto di vista delle infrastrutture che dal punto di vista legislativo: l'attuale normativa prevede infatti che le stazioni di rifornimento non possano erogare idrogeno a una pressione superiore a 350 bar, laddove i serbatoi montati sulle moderne vetture a celle a combustibile garantiscono un funzionamento in totale sicurezza a 700. Bolzano, grazie al suo status di provincia autonoma, ha potuto costruire un impianto all'avanguardia."
"Il nostro obiettivo è convincere le istituzioni della necessità di creare e implementare una rete autostradale a idrogeno - ha detto Andrea Carlucci, ad di Toyota Motor Italia - ma per far questo, i nostri investimenti e il nostro lavoro non sono sufficienti. È necessario un impegno delle istituzioni per far sì che lo sviluppo e l'utilizzo di una risorsa energetica tanto importante diventi realtà. L'Italia si trova in una situazione penalizzante sia dal punto di vista delle infrastrutture che dal punto di vista legislativo: l'attuale normativa prevede infatti che le stazioni di rifornimento non possano erogare idrogeno a una pressione superiore a 350 bar, laddove i serbatoi montati sulle moderne vetture a celle a combustibile garantiscono un funzionamento in totale sicurezza a 700. Bolzano, grazie al suo status di provincia autonoma, ha potuto costruire un impianto all'avanguardia."