Le case auto, nonostante la ripresa delle vendite, non se la passano sempre bene: calano le concessionarie e con esse la possibilità di mantenere una rete capillare di assistenza ufficiale. Per il mercato indipendente si aprono nuove opportunità.
Vediamo i numeri della rete vendita (dati Unrae): dal 2007 a oggi il numero delle ragioni sociali, cioè le imprese che lavorano nel campo della distribuzione ufficiale (quindi con uno o più mandati di rappresentanza di brand), sono passati da 2.950 a 1.756 (-47%), il numero dei mandati è calato da 3.850 a 2.725 (-30%), mentre i punti vendita sono passati da 5.750 a 4.139, ossia -28%.
Inoltre, non bisogna dimenticare che le reti vendite delle case auto sono strutturate e organizzate per raggiungere volumi ben superiori all’attuale capacità di assorbimento del mercato: 2,5 milioni di auto nuove nel 2007, attorno agli 1,5 milioni di media tra quest’anno e il 2017. Le prospettive per chi ancora è attivo sono perciò di continuare a vedersi ridotti i margini nelle vendite.
Il calo delle concessionarie e dei mandati significa anche una riduzione dell’assistenza, sia in termini di capillarità sia di servizio. Ad esempio, si può ipotizzare che se chiude una concessionaria con officina, la zona può rimanere scoperta, oppure le concessionarie potrebbero avere tempi più lunghi per i servizi di manutenzione e riparazione.
Per chi lavora nel mercato indipendente questi segnali potrebbero perciò rappresentare delle opportunità da cogliere al volo, perché l’automobilista che rimane “scoperto” potrebbe anche guardarsi intorno e decidere di portare la propria auto a fare il tagliando o una riparazione anche dal meccanico sotto casa.
Un’altra ipotesi è quella legata al nuovo ruolo che avranno le flotte dei noleggiatori: un mercato che sta crescendo e che offre all’automobilista non solo l’auto ma un servizio capace di fidelizzare il cliente, grazie a un’organizzazione capillare sul territorio e la possibilità di dare un’assistenza riparativa attraverso accordi con network multibrand.