News | 12 November 2015 | Autore: Redazione

L'analisi di Anfia sul Ddl discusso ieri in Senato

Ieri, durante l'audizione svoltasi al Senato presso la Commissione X industria, commercio e turismo, Anfia ha espresso la propria opinione sul Ddl concorrenza 2085 in materia di tutela del settore dei ricambi auto.

ANFIA ha ribadito la richiesta di mantenere l'attuale formulazione dell'art 3-nel testo approvato dalla Camera- che ha soppresso le lettere d, e, f del medismo articolo 3 in tema di cessione del credito e risarcimento in forma specifica attraverso il ricorso alle carrozzerie cosiddette "convenzionate", che di fatto rappresentavano una sostanziale limitazione della libera concorrenza ed un'evidente distorsione nel mercato dell'autoriparazione e della componentistica/ricambista auto.

Di seguito riportiamo uno stralcio della nota ANFIA presentata alla Camera dei Deputati nell'audizione dell'8 giugno scorso, alla quale ha preso parte anche Paolo Vasone, presso le commissioni riunite VI Finanze e X Attività Produttive della Camera dei Deputati.

RC Auto: la tutela del settore dei ricambi auto (artt. 3 e 10)

ANFIA è rappresentativa della filiera dei produttori di componentistica per il mercato libero dell’Aftermarket.

L’Articolo 3, pone come ulteriori condizioni in presenza delle quali le compagnie assicurative praticano obbligatoriamente uno sconto significativo rispetto al prezzo della polizza:
-la rinuncia dell’assicurato alla cedibilità del diritto al risarcimento dei danni derivanti dalla circolazione del veicolo senza il consenso dell’assicuratore tenuto al risarcimento;
-l’accettazione preventiva, da parte dell’assicurato, del risarcimento in forma specifica, acconsentendo a che il ristoro del danno subito consista nella riparazione presso officine e carrozzerie convenzionate con la compagnia assicurativa.

In merito alle due suddette condizioni, la posizione espressa ANFIA è fortemente contraria.

La possibilità che le compagnie assicurative possano concedere sconti sulle polizze nei casi di risarcimento in forma specifica dei danni nei confronti dei propri assicurati e dei terzi, avvalendosi di società di riparazione convenzionate da loro selezionate (in altri termini il fatto che possa essere l’assicurazione a scegliere in quale officina ovvero carrozzeria il mezzo dovrà essere riparato) rappresenta a nostro avviso una forte distorsione nel mercato dell’autoriparazione e della componentistica/ricambistica auto.

A fronte di presunti e non ben determinati sconti sulle polizze si limita di fatto la libertà dell’assicurato di scegliere la propria officina, limitando il suo diritto alla cessione del credito.

Accanto a tale limitazione per l’utente, si ledono i principi di libera concorrenza e apertura del mercato all’interno del quale operano le nostre aziende associate, fornitrici di parti e componenti per i ricambi, oltre che le filiere ad esse collegate degli autoriparatori.

Descrizione filiera Aftermarket

Nonostante le difficoltà economiche che interessano l’Italia ormai da diversi anni, anche il mercato aftermarket è tra i pochi settori che riescono a mantenere performance positive.

Il 2014 ha segnato, a livello generale, un piccolo miglioramento (+1,1%), in parte dovuto all’invecchiamento del parco circolante (la tendenza è di un’età media per il 2015 dei 11 anni), ma derivante anche dal buon lavoro svolto da tutta la filiera aftermarket, che continua a conquistare anno dopo anno piccole percentuali di quota di mercato.

La filiera del mercato Aftermarket è strategica dal punto di vista dei Componentisti (i quali oltre a progettare/produrre e fornire le case automobilistiche destinano parte della produzione a questo mercato che in Italia vale, globalmente, il 55/60% del consumo totale di ricambi auto), da questo si può ben capire l’importanza di questo settore/filiera sia in termini di volumi che in termini occupazionali.

Un’altra considerazione importante per la lettura dei dati del mercato del ricambio, riguarda il calo delle percorrenze chilometriche medie degli automobilisti italiani negli anni di crisi: l’utilizzo più moderato del mezzo ha determinato un “allungamento della vita tecnica dell’auto”, a  cui ha contribuito anche l’alto livello di affidabilità raggiunto dalle vetture messe in commercio negli ultimi anni.

Un altro aspetto fondamentale è da ricercarsi nel poter pensare di creare un “brand di qualità”, a livello nazionale, da assegnare ad installatori (indipendenti) che possano garantire, nei confronti dell’automobilista, l’utilizzo di componenti di qualità originale o di qualità equivalenti (legge BER e seguenti), orientati dunque alla salvaguardia della sicurezza e del lavoro svolto “a regola d’arte”. In questo modo si tutelerebbe la libera concorrenza, si aumenterebbe il livello di professionalità degli installatori e i componentisti potrebbero aumentare le loro quote di mercato, oggi, in molti casi  attaccato da ricambi provenienti da paesi fuori Europa (es. Cina, India), spesso al di sotto dei requisiti minimi richiesti dalle case auto europee.

Descrizione filiera autoriparatori

La filiera degli operatori della riparazione indipendente, nel 2014, è costituita da quasi 41.600 realtà (rispetto ai quasi 45.800 operatori del 2007, ) con l’automobile come principale tipologia di veicolo riparato.  

L'insieme di tali operatori continua a contrarsi progressivamente per la perdurante crisi economica, crisi che soltanto in questi ultimi mesi sta attenuando gli effetti.

Grazie ad alcune stime di ANFIA e ai dati di GIPA (Centro Studi specifico per il settore del ricambio) vi forniamo alcune cifre affinché vi possiate rendere conto del fenomeno. Il settore  delle officine meccaniche indipendenti ha registrato la chiusura di circa 2.000 centri sul territorio nazionale nel periodo 2007-2014 (si è passati da 20.766 punti a 18.847), così come andamenti analoghi, in diminuzione, si sono riscontrati per le carrozzerie e per i gommisti.

Da un punto di vista occupazionale la filiera degli operatori indipendenti (officine meccaniche, carrozzerie, gommisti, stazioni di servizio che effettuano operazioni di manutenzione) ha perso circa 17.000 posti di lavoro (addetti). Siamo passati per darvi un'indicazione più precisa dai 117.126 addetti del 2007 ai 101.833 del maggio 2014 (ultimo dato in nostro possesso).

A testimonianza della forte crisi che ha attraversato il settore dell'auto, non solo si sono registrati i cali che di cui siete ben a conoscenza del mercato delle nuove immatricolazione e delle auto usate ma lo stesso fatturato della riparazione è calato del 32% negli ultimi sette anni (in sostanza l'automobilista cerca di rimandare la riparazione della vettura nel tempo, rinunciando in casi estremi all'utilizzo della vettura quando il danno da riparare non è economicamente sostenibile).
 
ANFIA relativamente all’art. 3 capoverso 132- ter  comma 1 lettere d) e) f) riguardanti la cessione del credito e il risarcimento in forma specifica e risarcimento, ritiene che debbano essere trovate soluzioni alternative alle “carrozzerie convenzionate” indicate nell’attuale formulazione, da ricercarsi nella valorizzazione delle officine e della relativa filiera industriale a monte, attraverso un “brand di qualità”, di  livello nazionale, che garantisca, nei confronti dell’automobilista, l’utilizzo di componenti di qualità originale o di qualità equivalenti.


 

Photogallery

Tags: Anfia-Aftermarket

Leggi anche