In Italia il 2015 chiude con il segno positivo anche per le auto elettriche: +31%. La diffusione di questi veicoli continua soprattutto oltre i confini extra-europei, ma tra qualche anno tutte le batterie seguiranno un giusto percorso di riciclo? Vediamo insieme l'ultimo studio della commissione per la cooperazione ambientale.
Continuano i dati positivi per quanto riguarda il mercato delle vetture elettriche nel nostro paese, ma è importante sottolineare che i dati sono sempre riferiti a un numero di veicoli ancora limitati. Dagli ultimi dati Anfia, infatti, le automobili elettriche hanno totalizzato 1.442 unità con un incremento del 31% e le ibride (oltre 26mila) crescono del 21% rispetto al 2014. Il mercato dei veicoli elettrici è molto contenuto rispetto a quello di molti Paesi UE, non solo per la scarsa diffusione della rete di rifornimento, ma anche per la minor percentuale di popolazione urbana rispetto agli altri paesi europei (Italia 68,7%, UK 89,3%, Paesi Bassi 89,3%, dati Banca Mondiale). La popolazione non urbana, infatti, è meno propensa all’utilizzo di auto ad alimentazione elettrica per la bassa autonomia. Certamente, la possibilità di usufruire di una rete di rifornimento capillare dell’elettricità è uno degli elementi che, superate le criticità attuali dovute ai costi e alle tecnologie, ne potrà favorire una maggiore diffusione. Alcune iniziative vanno in questa direzione come il car sharing elettrico a Torino, sulle cui strade, a partire da marzo 2016, compariranno le prime colonnine per la ricarica con i primi veicoli elettrici del gruppo Bolloré. L'obiettivo del Gruppo è di arrivare a 400 auto entro il 2017, con oltre 200 stazioni e, a regime, 700 colonnine aperte al pubblico e accessibili anche ai privati: questo prevede il piano messo a punto dalla Città di Torino e da Blu Solution per avviare il servizio di car sharing elettrico nel capoluogo piemontese. Torino è la prima città in Italia, insieme a Roma per il Giubileo, a dotarsi di un'infrastruttura del genere. Il Gruppo Bolloré, per portare avanti il progetto a Torino, ha stretto un accordo con Iren per l'energia elettrica.Se in Italia la diffusione è ancora dentro certi limiti, in altri paesi extra-europei non è la stessa cosa. Infatti, inizia a diffondersi anche il problema del riciclo delle batterie delle auto elettriche. Vediamo, quindi, l’ultimo studio elaborato dalla CEC, la commissione per la cooperazione ambientale che opera nel Nord America.
LO STUDIO CEC E IL CASO RICICLO BATTERIE
Secondo un nuovo rapporto della CEC il mercato dei veicoli a propulsione elettrica è cresciuto negli ultimi 10 anni, e il numero delle batterie che giungeranno a fine vita non potrà che aumentare. Questa è un’opportunità, spiegano dalla Commissione, per recuperare e riciclare materiali di pregio utilizzati all’interno degli accumulatori. In particolare se si tratta di nichel, cobalto, acciaio.
Dal nuovo studio CEC, quindi, le batterie delle auto elettriche e ibride che giungono a fine vita sono in aumento, perciò è necessario definire una vera e propria filiera del riciclo prima che ci troveremo sommersi da una quantità di rifiuti difficili da gestire.
Pensate che già nel Nord America nel 2015 circa 276.000 batterie sono giunte a fine vita e si tratta per la maggior parte di batterie Nichel-metano idruro.
Le previsioni non possono che prevedere un costante aumento, si pensa che entro il 2030 il numero salirà approssimativamente a 1,5 milioni, e a questo punto quasi la metà delle batterie sarà a base di litio.
I grandi produttori di auto si stanno già muovendo per creare filiali di recupero delle batterie, ma in generale le infrastrutture del recupero delle batterie delle auto elettriche e ibride è ancora in fase iniziale.
Detto ciò ci si aspetta che i governi mettano a punto una legislazione adeguata per far fronte all’espansione di un settore che sempre di più si affermerà nel mercato e anche per evitare di danneggiare ulteriormente il nostro ambiente.
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