Nello stesso periodo, si registra una crescita decisamente maggiore delle importazioni (+19,2%), per un valore di oltre 14 miliardi di euro, portando così la bilancia commerciale a un saldo positivo di 5,9 miliardi di euro, ma con un calo del 21,6% rispetto all’anno precedente.
L’export della componentistica automotive rappresenta il 4,8% di tutto l’export italiano (un valore allineato a quello del 2014), mentre le importazioni valgono il 3,8% circa, quote che salgono rispettivamente al 5% e al 4,4% se si esclude dal totale dei flussi commerciali il comparto energia.
“L’export della componentistica torna dunque a crescere, nel 2015, dopo il lieve rallentamento registrato nel 2014” commenta Giuseppe Barile, presidente del gruppo componenti ANFIA.
I paesi dell’export
Il primo mercato di destinazione dell’export dei componenti italiani rimane la Germania, per oltre 3,9 miliardi di euro e una quota del 19,7% sul totale esportato, mentre il primo dei paesi asiatici di destinazione è il Giappone che, con 301 milioni di euro (+26% rispetto al 2014, con un saldo positivo di 82,4 milioni) supera la Cina (299 milioni di euro, con un calo dell’8,8% rispetto al 2014 e un saldo negativo di 728 milioni).
“Interessante anche l’aumento delle esportazioni verso l’Area NAFTA, per un valore di 1,94 miliardi di euro, in crescita 5,2% rispetto al 2014 e con un saldo attivo di 893 milioni. Il valore dell’export cresce del 6,9% verso gli USA e dell’1,8% verso il Canada, mentre diminuisce dell’1,9% verso il Messico” conclude Barile.
L’export della componentistica verso i paesi UE vale 13,7 miliardi di euro (+2,9%) e pesa il 69% di tutto l’export componenti (era il 69,3% nel 2014), con un avanzo commerciale di 3,6 miliardi di euro (4,6 miliardi nel 2014). L’export verso i paesi extra UE è di 6,2 miliardi di euro (+4,2%) e pesa per il 31% di tutto l’export componenti (30,7% nel 2014), producendo un saldo positivo di 2,2 miliardi di euro (2,9 miliardi nel 2014).
Nella classifica dell'export per paesi di destinazione, dopo la Germania, si collocano Francia (11,2% di quota), Spagna (7,9%), USA (7,8%), Polonia (6,5%), UK (6,4%), Turchia (4,5%), Brasile (2,9%), Austria (2,4%) e Ungheria (2,3%).
L'Italia esporta verso l'area Mercosur componenti per oltre 662 milioni di euro, in recupero del 10,8% dopo il pesante calo (-34%) dell’anno 2014. Il saldo è positivo per circa 558 milioni di euro.
Il primo mercato asiatico, come si è detto è il Giappone, seguito dalla Cina. Producono saldi positivi i flussi con Sud Corea (57 milioni di euro), Arabia Saudita (86 milioni di euro) ed Emirati Arabi Uniti (75 milioni di euro).
I prodotti
La suddivisione dei componenti in macroclassi, vede il comparto delle parti meccaniche (incluso accessori, vetri) totalizzare il 65,6% del valore dell'export con 13,1 miliardi di euro (+3,4% rispetto al 2014) e un saldo attivo di 5,4 miliardi.
Segue il comparto dei motori - per un valore di 3,9 miliardi di euro (+0,2%), che pesa per il 19,4% sul totale esportato della componentistica, con un saldo attivo di 1 miliardo di euro.
Il comparto pneumatici e articoli in gomma per autoveicoli presenta un valore di export di 1,2 miliardi di euro (+0,6% rispetto al 2014), con un saldo negativo di 484 milioni di euro.
Le esportazioni del comparto degli apparecchi riproduttori del suono registra un incremento del 187%. Anche il flusso dell’import di questo comparto registra un incremento del 100,7%.
L’export dei componenti elettrici ed affini registra un incremento dell’11%, con un saldo positivo di 92 milioni di euro, più contenuto rispetto a quello del 2014 per via di un aumento del flusso delle importazioni del 25%.
Oltre ai motori, hanno un saldo positivo significativo i seguenti gruppi di voci: freni (902 milioni di euro), ponti con differenziale (709 milioni), pompe (355 milioni), vetri (326 milioni), ruote (286 milioni), fari e lampade (226 milioni).