"Il dato è in flessione rispetto ai 13,6 miliardi del 2012, in leggera ripresa rispetto ai valori di un anno fa, spiega l’amministratore delegato, Marc Aguettaz. Ed è calato in Italia tutto l’aftermarket (il post vendita realizzato dai professionisti della riparazione e distribuzione dei ricambi), sceso dai 20,7 miliardi del 2012 ai 18,5 attuali (Iva esclusa). Ma va considerato che si tratta di un mercato molto redditizio, ben più di quello relativo alla vendita di auto nuove".
Un dato che si confronta con il barometro aftermarket del gruppo ANFIA: il fatturato italiano infatti, rispetto al 2014, è aumentato del 4,3% (dato ANFIA) e il miglior risultato arriva dai componenti di carrozzeria e abitacolo, +13,4% (per leggere la notizia clicca qui).
Il settore aftermarket ricopre quindi un ruolo da protagonista nel mercato e contribuisce a mantenere vivo il mercato dell’auto, anche a livello mondiale. E c’è fiducia anche per il futuro: a oggi si registra un giro d’affari di 440 miliardi di euro nel mondo, secondo il portale Statista, che potrebbe raggiungere entro il 2020 una quota di 640 miliardi di euro.
Sarà quindi un’annata da ricordare? Probabilmente sì. Complice di questa crescita è la crisi dei consumi che porta gli automobilisti italiani a preferire la riparazione del veicolo alla sostituzione.
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