La firma vera e propria è prevista per fine marzo 2017. Il nome è ancora da definire, così come i ruoli e in nominativi dei vertici. La joint venture a cui Hitachi partecipa al 51% aprirà i battenti entro il prossimo luglio con un capitale iniziale di 40 milioni di euro. Il quartier generale sarà a Hitachinaka City, nella prefettura di Ibaraki, ma sono già previste sussidiarie in Cina e negli Stati Uniti (due mercati importanti per le auto elettriche).
Il vecchio Continente, per il momento, è ancora escluso. Probabilmente perché siamo ancora in forte ritardo rispetto all’Asia e all’America, stati in cui la mobilità elettrica è una realtà concreta. In Europa chi traina la crescita c’è la Francia, il Regno Unito, la Germania e la Norvegia. Quest’ultima infatti nel 2016 ha immatricolato più di 17.000 auto elettriche su circa 115.000 totali: più di una ogni sette.
E in Italia? Il belpaese non parte.
Se le ibride crescono, le elettriche hanno subito una flessione (1.403 vetture immatricolate nel 2016 contro le 1.484 del 2015). Dati alla mano: su un totale di 1.847.493 automobili immatricolate in Italia, le elettriche valgono lo 0,1%.