Se una volta il principale cliente dell'officina era l'automobilista, ora il potenziale è la flotta. Cambierà l'approccio degli autoriparatori? Sarà sempre più necessario strutturarsi? Intanto in Italia il Car Sharing cresce del 35% negli ultimi sei mesi.
Insomma, se fino a qualche tempo fa l’officina si interfacciava principalmente con l’automobilista privato, oggi il potenziale cliente dell’autofficina non è più solo il privato, ma anche la flotta.
Dai dati annunciati all’inizio di questa news infatti sono ben 5.030 i veicoli di cui usufruiscono le flotte in car sharing. In dettaglio 2.386 a Milano, 1.570 a Roma, 610 a Torino e 464 a Firenze. Veicoli che, prima o poi, richiederanno qualche intervento di manutenzione e si receranno in officina per esempio per il tagliando, necessario dopo un tot di chilometri.
Il meccanico che si confronta, o si confronterà, con una flotta dovrà operare su un'auto guidata da più conducenti, soggetta a più usure e che richiederà probabilmente più manutenzione. Soprattutto nelle grandi città, dove il car sharing è più diffuso, oltre allo stile di guida un altro elemento che incide sullo stato del veicolo è il traffico che non solo stressa il conducente, ma anche alcune componenti del veicolo.
La congestione stradale, in numeri, vale circa 560 milioni di euro. Questo valore si riferisce al tempo che si sta perdendo ogni anno a causa del traffico nelle 14 città italiane più congestionate d'Italia (fonte TomTom).
Abbiamo già visto infatti lo scorso novembre quanto per esempio, in una situazione di traffico intenso, un automobilista può frenare in media 18.000 volte l’anno (“Chi riceve più clienti in officina?” per sapere i dettagli della notizia clicca qui).
Ma cambierà l’approccio dell’officina? Con un parco circolante che si diversifica in questa maniera probabilmente sì. Anche perché i player che operano nel noleggio ottengono risultati, e i dati sono da tenere sotto controllo.
È di oggi 15 marzo 2017 la notizia che il gruppo Leasys ha chiuso il 2016 con 54.008 contratti di noleggio stipulati (fonte interna Leasys). In conclusione, le officine, i ricambisti e coloro che intrattengono rapporti con le flotte, come Arval o Leasys, dovrebbero essere consapevoli che le flotte sono clienti esigenti e gestiscono una grande numerica di clienti. Sarà quindi necessario strutturarsi?
Quali città investono sulle flotte?
Non in tutte le città l’aumento dei viaggi è stato determinato da una maggior disponibilità di vetture. Se infatti nel caso di Milano (+49% di veicoli) e Roma (+23%), l’ingrandimento delle flotte degli ultimi mesi è stato senz’altro di incentivo, le città di Torino e Firenze raccontano una storia differente."A Torino e Firenze, il numero di veicoli, invece di aumentare, è diminuito negli ultimi 6 mesi rispettivamente dell'8% e del 12%. Eppure questo non ha fermato i cittadini che sempre di più scelgono di usare i servizi di mobilità condivisa”, dichiara Emiliano Saurin, founder di URBI. “Il fatto che Torino abbia avuto il maggior incremento di viaggi in car sharing in Italia dimostra che questi sistemi, anche in mancanza di grandi flotte, sono sempre più importanti nella vita quotidiana delle persone e che, anche grazie a URBI, sono sempre più alla portata di tutti”.