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Il settore della produzione e della riparazione sta attraversando, come è noto a tutti, una trasformazione profonda (basta saper decodificare la non casuale offerta di FCA a Renault e Nissan) e i segnali di un cambiamento dei consumi cominciano a essere più evidenti.
L’incertezza economica, la maggiore efficienza dei treni ad alta velocità, il car sharing nei centri urbani, il blocco del traffico sino agli euro 4 e 5 diesel dell’inverno, non ultima una stagione estiva che stenta a partire, sono tutti fattori che hanno determinato un rallentamento dei consumi di interventi di riparazione e di manutenzione.
Le conseguenze ovvie quando scendono i volumi sono sotto gli occhi di tutti e la marginalità compressa mette in affanno tutta la filiera, in modo più evidente i soggetti minori. È il momento di trovare formule aggregative che creino valore; senza, non ci saranno prospettive.