La rivoluzione tecnologica, o meglio “tecno-ecologica”, che spingerà le autovetture a essere sempre più elettrificate e sempre meno inquinanti, cambierà anche il professionista che le riparerà. Solo pochi ormai credono che la razionalità possa superare il trend innescato dalla propaganda ecologista dal Diesel Gate in avanti; il bando dei veicoli tradizionali endotermici non è una questione su quanto si inquini o meno, ma come.
Mi spiego meglio: se si inquina con combustibili derivati dal petrolio non si avrà vita lunga, se lo si fa con tecnologie che sfruttano il KW elettrico allora va bene. L’opportunità è troppo ghiotta per tutti; per i costruttori auto, che finalmente intravedono praterie immense di mercato, se si considera di sostituire tutti i veicoli del parco circolante con vetture elettriche, per gli ambientalisti e la politica della eco sostenibilità che gli va appresso (quasi o tutta), motivata dal preservare e bonificare il pianeta dagli inquinanti; come dargli torto? Per questi e altri motivi altrettanto validi, il futuro del trasporto delle persone sarà elettrico.
Capire in quanto tempo accadrà e quanto tempo rimarrà ancora a disposizione della filiera della produzione e della riparazione per adeguarsi a questa rivoluzione, determineranno la sopravvivenza o la scomparsa dal mercato degli operatori coinvolti. Il tempo del cambiamento non credo sia estremamente rapido, anche per ragioni strutturali legate alla disponibilità di modelli e di soluzioni attualmente sul mercato e di infrastrutture per la ricarica, ma il dado è tratto. L’aggiornamento tecnico della rete riparativa per approcciare dei veicoli elettrici o ibridi, impone alle officine impegno e tempo da dedicare alla formazione e investimenti in attrezzatura. Inoltre, saranno importanti anche dimensioni e spazi adeguati, per accogliere un numero sufficiente di vetture al giorno necessarie per ammortizzare il costo degli investimenti da sostenere, così come per accogliere clienti sempre più esigenti compatibilmente alla tipologia di vettura che posseggono.
Le dimensioni strutturali e la capacità di operare sia sulla carrozzeria sia su meccanica ed elettronica saranno quindi requisiti indispensabili per il riparatore del futuro, che dovrà puntare sul concetto di unico punto di servizio per tutte le esigenze riparative del veicolo, incontrando la necessità sempre più stringente dell’automobilista: la sua mobilità.