In un mondo globalizzato, non si può fare finta di potersi sottrarre alle regole di libera circolazione delle persone e delle merci; questa realtà offre moltissime opportunità ai suoi abitanti e alle aziende che sviluppano il proprio business. È irrealistico proporre chiusure di porti o di altro ancora, quando la permeabilità del sistema impedisce di fatto ogni plausibile controllo.
E allora non resta che attuare nel quotidiano le norme igieniche suggerite dall’Istituto Superiore di Sanità, che non sono nulla di straordinario e si dovrebbero seguire anche in tempi meno critici. Certamente tornare alla normalità è una delle priorità per tutti i paesi del mondo; certamente lo è per gli italiani, non aiutati dalla litigiosità giornaliera di quei politici che non avrebbero fatto ciò che si doveva fare prima e che ora, per evitare il rischio di essere additati come i responsabili degli eventi, corrono ai ripari attivando provvedimenti forse eccessivi.
Siamo in Italia e siamo abituati a subire con rassegnazione queste dinamiche.
La priorità ora, al di là della gravità della situazione, è il dovere di ognuno di noi di contribuire a far sì che gli effetti della contingenza rimangano per quanto possibile di natura esclusivamente sanitaria e il meno possibile economica. Il nostro punto di vista è di non sospendere, rallentare o posticipare qualsiasi nostra attività; bisogna nel quotidiano sforzarsi di interpretare correttamente gli eventi e di agire razionalmente, contribuendo nel privato e nel pubblico con le stesse modalità di sempre. Siamo della opinione che laddove ci sia permesso dagli eventi futuri, il nostro modo di lavorare, di relazionarci con le persone, di fare business, non cambierà, consapevoli che ognuno di noi ha la responsabilità verso gli altri di contribuire allo sviluppo della società e non arrendersi alla prima difficoltà.