Dovrebbe essere un fatto normale, una logica conseguenza per le attività basate sulla reciproca fiducia fra imprese e imprenditori che appartengono alla stessa filiera produttiva, quello di pagare i propri debiti.
L’eccezionalità del momento che tutto il mondo sta attraversando, la mancanza di una chiara visibilità di quando potremmo anche solo riappropriarci della nostra libertà di circolare, potrebbe creare la tentazione a fine mese di non assolvere ai propri obblighi nei confronti dei fornitori, anche quando si ha la liquidità per poterlo fare.
Se da un lato siamo chiamati a comportarci responsabilmente nei confronti della comunità non uscendo di casa e limitando al massimo i rischi ai quali ci esponiamo, lo stesso comportamento responsabile deve essere tenuto anche nell’ambito professionale, evitando di interrompere la liquidità fra aziende fornitrici e artigiani.
La maturità imprenditoriale, la responsabilità che ognuno di noi ha nei confronti di chi gli ha dato fiducia concedendogli credito, non può e non deve essere spazzata via per nessun motivo, seppur eccezionale.
L’ aftermarket indipendente deve dare prova della volontà di credere al futuro della propria professione dimostrando di essere composto da persone responsabili.