A ridosso delle feste natalizie, quando l’Italia, anche quella del settore automotive, era concentrata nello scambio di reciproci saluti per le festività, ecco che si è consumato uno degli eventi più importanti nel campo della distribuzione indipendente, destinato a cambiare gli equilibri e il modello attuale.
Avevamo scritto tempo addietro delle “invasioni barbariche”: era il momento della entrata nel mercato di Stahlgruber, e prima di ATU. Recentemente aveva fatto parlare di sé lo sbarco dei polacchi di Inter Cars nel Nord-Est del Belpaese, che per modello ed efficienza preoccupa molto, e a ragione, la nostra distribuzione tradizionale.
Ed ora ecco che col panettone è arrivata l’acquisizione di Rhiag da parte di LKQ Corporation (clicca qui per leggere l’intervista a LKQ), formando così il gruppo distributivo indipendente più rilevante d’Europa e di proprietà di una famiglia inglese di origine indiana; cioè non di un più rassicurante fondo americano.
L’acquisizione per motivi industriali e non finanziari è sicuramente più rilevante, fa uscire le aziende dagli schemi precedenti, basati solo su fatturato e bilanci, per farle entrare in un’ottica più imprenditoriale, dove gli investimenti vengono fatti realmente e la crescita è il termometro della loro bontà.
Ecco perché se il numero 1 della distribuzione europea acquista il numero 1 della distribuzione in Italia non è difficile prevedere che ci sarà qualche accelerazione, rispetto a timidi tentativi del passato di cambiare la struttura distributiva del Belpaese e renderla più simile ai modelli consolidati vincenti degli altri paesi.
Così gli anni a venire non saranno più gli stessi per molti distributori e ricambisti in Italia, convinti che il mercato sarà sempre lo stesso e perciò insensibili e immobili di fronte al cambiamento.
La sfida è basata sugli investimenti, sulla efficienza della filiera distributiva, sulla massa critica permessa dai volumi. Non ci saranno zone franche, non ci sarà tanto tempo ancora, sarebbe bene rendere concrete le numerose idee di aggregazione più forte sempre aleggiate, ma mai realizzate.