Opinioni | 17 June 2016 | Autore: David Giardino

Il ricambio sempre più al centro del business dell’auto
Così come è successo nella politica italiana con la trincea ideologica che ha sempre diviso chi si sentiva di “destra” e chi di “sinistra”, sta svanendo la differenza anche nel mercato denominato della distribuzione “indipendente” e quello della distribuzione "autorizzata".

E’ un fenomeno che ogni giorno stupisce per la velocità delle iniziative che i vari attori che sia in di un  un campo che delll’altro mettono sul tavolo della strategia a medio e lungo termine. Per esempio, dopo la già nota acquisizione di PSA del sito B2C Misterauto, si poteva ipotizzare che non fosse stata una operazione fine a se stessa, ma di una mossa all’interno di una più ampia strategia che prevede cosi come dichiarato dal CEO di PSA, Carlos Tavares di conquistare sempre più quote di vendita di ricambi multimarca presso le officine indipendenti (leggi qui l'articolo PSA sfida l'aftermarket). La notizia già di per se stessa destabilizzante per chi, soprattutto i costruttori, voleva distinguere la propria offerta per qualità e differenza data dal marchio della autovettura  riportato anche sulle scatole dei ricambi, vede oggi fra uno dei suoi protagonisti una inversione di tendenza, privilegiando i brand multimarca già presenti nella filiera della distribuzione indipendente e delle officine a marchio Euro Car Service Repar al posto di quelle tradizionalmente marchiate con il nome del costruttore. Se il produttore francese dovesse avere con il tempo ragione, trasformerebbe il mercato della riparazione di più di quanto ha potuto fare la BER a 15 anni dal suo esordio. L’idea che non saranno più le officine autorizzate, ma le multimarca a gestire la riparazione del futuro anche per i costruttori, coincide con la strategia dei network indipendenti di riparazione che si troveranno con il tempo a doversi confrontare on un attore forte e credibile. Almeno per i primi tempi molto poco strutturato ed esperto nel gestire le complessità proprie della riparazione indipendente, ma destinato a crescere con l’esperienza. Le risorse finanziarie che hanno a disposizione i costruttori lasciano aperte tutte le possibilità di cambi di rotta laddove si intuissero dei necessari affinamenti, anche con nuove alleanze, portando in un mercato fermo da più di trent’anni una propulsione innovativa davvero impensabile solo pochi mesi addietro. D’altra parte rispetto ad altri paesi produttivi, come la Germania, i transalpini si sono sempre dimostrati molto più dinamici nell’interpretare nuove formule distributive, come hanno saputo fare nella grande distribuzione nel mondo food.

Quanto tempo dovremmo aspettare per vedere un altro costruttore bussare a questa porta?  
 

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